La 71ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia spicca il volo, è il caso di dirlo, fin dalla sua prima proiezione. Iniziata martedì 26 agosto con una Serata di Preapertura inconsueta e raffinata, che ha visto la proiezione della versione restaurata di uno dei capolavori del cinema muto italiano, Maciste Alpino, con accompagnamento musicale dal vivo, la prima giornata ufficiale del Festival si è aperta con Birdman, il tanto atteso film di Alejandro G. Iñárritu. E il regista, già apprezzato per Amores perros, Babel e 21 grammi, non delude, perché con questa pellicola sembra tornato in gran forma. Birdman o Le imprevedibili virtù dell’ignoranza è una black comedy, dove le complessità esistenziali sono saggiamente dosate, e spesso smorzate, con una buona dose di ironia, senza dimenticare quel tratto visionario che caratterizza il registra.
Stilisticamente dominato da un numero cospicuo di piani sequenza, che agevolano non solo le transizioni spaziali, ma spesso anche quelle temporali, il film si svolge nell’arco di quattro giorni. Il protagonista è Riggan, un attore che un tempo ha impersonato un supereroe e che adesso deve fare i conti con una carriera in declino. Questi, interpretato da un Micheal Keaton di grande intensità, decide di dedicarsi alla messa in scena di un’opera di Carver a Broadway, terrorizzato dal pensiero di non essere ricordato. Attorno a lui si muovono il falso cinico interpretato da un Edward Norton sexy e sfrontato, che non si tira indietro di fronte al cannibalismo tra attori; le donne legate a Riggan sentimentalmente o professionalmente, le splendide corifee Andrea Riseborough, Amy Ryan e Naomi Watts; infine una radiosa Emma Stone nella parte di Sam, figlia di Riggan e sua assistente.
Un cast di ottimi attori, insomma, che arricchisce la pellicola. La scelta di Keaton come protagonista di un film che ironizza parecchio sul genere tutto “rumore e velocità” dei film di supereroi, sembra in effetti quasi paradossale, dal momento che l’attore è famoso proprio per aver interpretato Batman. Per il regista, però, Keaton, oltre a possedere un grande talento nel passare dal dramma alla commedia, è stato un pioniere dei supereroi, esperienza che lo rende particolarmente adatto alla parte.
Partendo dal tema classico dell’opposizione realtà/finzione e vita/arte, Birdman tocca in realtà tutte le stratificazioni moderne che da esso derivano – cinema classico/cinema moderno, cultura letteraria/social network e, non ultima, attori/celebrities – mettendo in scena un cambiamento generazionale (o, se preferite, un “genocidio culturale”, come pessimisticamente affermato nel film). Ma nel corso della storia, i piani si ribaltano in continuazione, mostrando i pro e i contro, le ragioni individuali e la natura di ogni scelta. Come affermato dallo stesso Micheal Keaton, “questo film è talmente coraggioso e pazzo da non poter offendere nessuno”. “È, in fondo”, aggiunge Iñárritu, “la stessa pazzia di Don Quixote”.
Il pubblico italiano, però, dovrà attendere fino all’inizio del 2015 per vedere questo film sul grande schermo.