Una febbre emorragica, di origine non ancora identificata, ha ucciso 13 persone nella Repubblica Democratica del Congo. I decessi sono avvenuti nell’arco degli ultimi dieci giorni e i pazienti, secondo quanto reso noto, manifestavano febbre, diarrea, vomito e sanguinamenti. Sintomi simili a quelli dell’ebola e che fanno temere l’ampliarsi dell’epidemia.
Secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità il virus ha fatto registrare finora 1.350 vittime coinvolgendo quattro stati dell’Africa occidentale (Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone), ma quanto sta accadendo in Congo alza il livello di attenzione.
In queste ore sono in corso i test all’Institut national de recherche biomédicale (Inrb) a Kinshasa e presso il laboratorio di Franceville nel vicino Gabon per accertare la natura del virus.
Dimesso intanto dall’ospedale di Atlanta, Kent Brantly, il medico americano che aveva contratto l’Ebola mentre curava pazienti in Liberia. Brantly è stato curato con lo ZMapp, un farmaco sperimentale che sembra avere avuto un effetto benefico. In queste ore poi sono in corso i test all’Institut national de recherche biomédicale (Inrb) a Kinshasa e presso il laboratorio di Franceville nel vicino Gabon per accertare la natura del virus.