Un’intera notte di ricerche e di lavoro per le squadre miste: dopo il terribile incidente nei cieli di Ascoli Piceno, con lo scontro di due Tornado, mancano due dei quattro piloti che hanno perso la vita.
Oltre alle attività a terra, alle operazioni hanno partecipato mezzi aerei dell’Aeronautica Militare dotati di visori notturni. Oggi i vigili del fuoco, che coordinano le ricerche, si concentreranno maggiormente sulle perlustrazioni a terra, mentre continua il lavoro di bonifica di vari focolai di incendio ancora attivi sulle colline tra Ascoli Piceno, Venarotta e Roccafluvione.
Le ricerche dei due piloti “continuano finché non li troviamo oppure finché non avrà più senso continuare le ricerche”, ha detto all’ANSA una fonte dell’Aeronautica militare. Le ricerche, via terra e anche dall’alto con mezzi aerei, si dovrebbero concentrare oggi nella zona di Poggio An Su.
Intanto si lavora per scoprire le cause dell’incidente. Le indagini non escludono l’errore umane ma di una cosa l’Aeronautica è sicura. Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri, Mariangela Valentini e Paolo Piero Franzese non sono stati vittima di una sfida tra loro. Chi si occupa dell’inchiesta è sicuro che i piloti non hanno avuto nessun comportamento scellerato.
L’errore umano potrebbe essere una distrazione, un cambio di rotta o una manovra eseguita male. Ma forse uno dei due aerei ha avuto un problema tecnico ed è finito sull’altro Tornado. Per capire meglio cosa possa essere successo serviranno le scatole nere: una di esse sarebbe stata trovata insieme ad altri componenti dei relitti.
La scatola nera, che in realtà è di colore arancione, è stata avvistata dall’alto e viene ora recuperata da un mezzo aereo con un verricello. La strumentazione che ha registrato l’attività di volo dei due caccia verrà poi presa in consegna dall’Aeronautica. Secondo le prime informazioni, la scatola nera sarebbe quasi completamente distrutta e quindi inutilizzabile.
Ad aprire alcuni fascicoli la procura militare di Verona, la procura ordinaria di Ascoli e la Commissione d’inchiesta dell’aeronautica militare. Le autorità hanno i piani di volo con previsioni di percorsi, tempi e altezze. Nulla di diverso da quello che i piloti dei due Tornado avevano eseguito migliaia di volte.
L’ipotesi che prevale comunque è quella dell’errore umano: a confermarlo è il pm Umberto Monti che coordina l’inchiesta. Intanto la magistratura ascolana ha ricevuto una prima relazione dall’Aeronautica Militare sulla sciagura. Oltre al conferimento dell’incarico per l’esame del dna sui resti dei due piloti sinora recuperati, la Procura valuterà la possibilità di assegnare altre perizie quando sarà stato raccolto ulteriore materiale.
La Procura di Ascoli Piceno ha disposto l’acquisizione dei tracciati radar relativi ai voli militari effettuati sulla dorsale adriatica il 19 agosto e tutte le comunicazioni radio avvenute tra le basi dell’Aeronautica Militare e i piloti dei due Tornado. In particolare, sempre secondo quando si apprende, gli investigatori stanno acquisendo i documenti presso quattro diverse strutture in cui sono registrati i tracciati radar dei voli militari. Si tratta di Abano Terme, dove ha sede ‘Padova militare’, l’ente cui spetta il controllo del traffico aereo militare nel nord Italia, Brindisi, che svolge la stessa funzione di Abano per il sud Italia, e di Falconara e Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, che controllano il traffico aereo sulla dorsale centrale adriatica. Agli investigatori la procura ha chiesto di acquisire sia i tracciati radar annotati sui tabulati delle quattro strutture operative, sia le comunicazioni radio ‘terra-bordo-terra’, vale a dire tra i piloti e il personale nei centri di controllo.