“Progetti tanto segreti che nemmeno il Governo li conosce”. Scherza il premier Matteo Renzi su Twitter a proposito del “negoziato segreto” tra l’Italia e l’Unione europea sui conti italiani. Dopo le smentite del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e del portavoce del commissario Ue per gli Affari economici Olli Rehn, Simon O’Connor, anche il presidente del Consiglio nega l’esistenza di un rapporto sul possibile dimezzamento allo 0,25% dell’obbligo imposto ai paesi meno virtuosi di ridurre dello 0,5% annuo il saldo di bilancio strutturale, ovvero il rapporto tra il Pil reale e il Pil potenziale al netto del ciclo economico e delle una tantum.
I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del Governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il Governo #nonesiste #maddeche
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 19 Agosto 2014
La linea politica del governo italiano nel semestre di presidenza europeo è quella di ottenere uno spostamento del baricentro della strategia comune sulla crescita, ma di “favori” il governo Renzi non sembra intenzionato a chiederne.
E, sempre con la stessa verve ironica, il premier Renzi annuncia uno dei prossimi progetti del Consiglio dei ministri.
I progetti del Governo non sono segreti. Iniziamo dalla giustizia a cominciare da quella civile che oggi civile non è. Ne parliamo? #agosto
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 19 Agosto 2014
Nel frattempo l’Italia dovrà presentare la nota di aggiornamento del Def e poi, entro il 15 ottobre, la legge di stabilità, e solo allora la situazione dei conti pubblici italiani – abbinata allo stato di avanzamento delle riforme – verrà attentamente valutata da Bruxelles. Stando solo alle misure già indicate, per la manovra 2015 serviranno almeno 13 miliardi di euro.
Il bonus Irpef non sarà con ogni probabilità allargato a incapienti e partite Iva come inizialmente promesso, ma il costo annuo è comunque di 10 miliardi di euro: 3,5 sono di fatto già stati trovati quest’anno, visto che le misure di spending review utilizzate (sempre che si concretizzino in toto) sono strutturali, mentre 6,5 restano ancora da cercare con i nuovi piani di razionalizzazione della spesa. Già coperto con l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie è il taglio dell’Irap del 10%, stavolta a regime per tutto l’anno.
Da finanziare restano però circa 4 miliardi delle cosiddette “spese indifferibili” che si ripropongono ogni anno, come missioni militari, autotrasporto, cig, 5 per mille ecc.., ed altri 2,4 miliardi di aggiustamento, eredità del governo Letta (rivisti dagli iniziali 3 miliardi) da coprire, anche in questo caso con la spending del commissario Cottarelli. Pena una riduzione delle detrazioni fiscali e quindi un aumento delle tasse che Renzi vuole assolutamente evitare.