“Conte è la persona che ci voleva ora per dare una scossa alla nostra situazione”. Il nuovo presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, è già in assetto di guerra. C’è una scelta da difendere, ovvero l’ingaggio di Antonio Conte come nuovo ct della Nazionale. Sembrava essere la scelta più popolare, quella che tutti si auspicavano per risanare il movimento dopo il disastro dei mondiali brasiliani. Ma la crisi economica brucia, è più forte di tutto e di tutti, non fa sconti a nessuno. Per i più, le cifre del contratto di Conte (circa 3,5 milioni netti a stagione), sono uno schiaffo morale: “Sono molto soddisfatto e resto meravigliato per le polemiche, a noi interessava avere un grande tecnico, un condottiero, e l’abbiamo ottenuto con condizioni vantaggiose. Gli auguro tanta fortuna”.
Ai microfoni di Radio 24 Tavecchio prova a spiegare le sue mosse, puntando sul rilancio commerciale del marchio Italia: “Abbiamo inaugurato una nuova stagione di fare marketing e nello stesso tempo di recuperare fondi per la federazione che saranno in futuro con l’immagine di Conte importanti per portare all’estero il nostro modello – puntualizza il numero uno della Federcalcio – Lo stipendio che paga la federazione è inferiore o comunque in linea con quello che pagava precedentemente”.
Il problema di fondo, secondo Tavecchio, è che non c’è contraddizione tra quanto assicurato a Conte ed il mercato del calcio. Insomma, i soldi dei privati servono proprio a questo, a venir fuori dalla stagnazione: “Qui non hanno capito una cosa: il Paese è addormentato e in un momento in cui non si fanno investimenti, questo invece deve rientrare in un’ottica di prospettiva di investimento anche del marchio Italia. Noi dobbiamo portare all’estero accademie e altre cose – continua Tavecchio – è inutile che stiamo ancorati a principi vecchi. I fondi che arrivano a Conte provengono dagli Stati Uniti e Conte li spenderà in Italia. Non so cosa dire”.
Ma cosa c’è dietro il contratto di Conte, quali sono questi bonus milionari di cui tanto si parla? A fare luce sull’argomento ci pensa direttamente la Figc, che all’Ansa fa sapere: “Il contratto del nuovo ct prevede un compenso allineato ai costi della precedente gestione (1,6 milioni) con un bonus legato alla qualificazione a Euro 2016, un bonus ulteriore legato al miglioramento del ranking Fifa di almeno cinque posizioni (se l’Italia entra tra le prime nove Nazionali) e un altro bonus in caso di partecipazione alla finale Euro 2016”.
Conte come uomo immagine, Crozza forse ci aveva visto lungo: “Contestualmente la Figc ha definito un nuovo rapporto di partnership commerciale con alcuni dei nuovi sponsor con termini assai innovativi per la internazionalizzazione del marchio Figc e la valorizzazione della Nazionale e che prevedono anche l’utilizzo dell’immagine del nuovo ct come testimonial”.
Non solo forma, per dirla alla “Tavecchio”, ma anche sostanza. Perché Antonio Conte ha chiesto il controllo su ogni aspetto della sua gestione tecnica: “Il presidente della Figc e Conte si sono sentiti telefonicamente definendo direttamente gli ultimi aspetti della collaborazione durerà fino al 31 luglio 2016. Il nuovo ct ha condiviso con Tavecchio il progetto di rilancio della Nazionale, quello di formazione dei nuovi calciatori azzurri attraverso i centri di formazione federale – continuano in Figc – con un forte impegno del ct nell’ambito del settore tecnico anche come coordinatore delle squadre giovanili posizione già ricoperta da Arrigo Sacchi”.
Martedì, infine, sarà il giorno della presentazione ufficiale a Roma. Antonio Conte parlerà alla stampa e c’è da scommettere che saranno giochi d’artificio. I sorrisi imbarazzati e le parole concilianti di Prandelli saranno solo un vecchio ricordo, l’era Conte è già iniziata.