Una visita lampo quella del premier Matteo Renzi ai cantieri di Expo 2015 a Milano, dopo la messa a punti del decreto Sblocca Italia: la due giorni tra Nord e Sud del presidente del Consiglio inizia dal capoluogo lombardo con un messaggio chiaro. “Non lasceremo il futuro ai gufi e a chi scommette sul fallimento”, dice subito Renzi “La tempistica dei lavori sarà rispettata, ce la faremo”.
Accompagnato dall’ad di Expo Giuseppe Sala, il premier si lascia andare in battute sul suo governo (“Da quando ci siamo noi piove sempre”) e sui suoi ministri (“Maurizio e Maurizio ormai sono una coppia di fatto”, ha affermato riferendosi a Martina e Lupi). Renzi è positivo: “Finora sono stati venduti cinque milioni di biglietti. Dobbiamo darci un obiettivo in più, sarebbe molto bello entro l’inizio dell’evento arrivare a dieci milioni venduti”.
Expo. Cinque milioni di biglietti venduti, 147 Paesi coinvolti. Sarà un bellissimo modo per raccontare l’Italia al mondo #italiariparte
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 13 Agosto 2014
Durante l’incontro con la stampa, Renzi ha confermato il faccia a faccia avuto ieri con il presidente della Bce, minimizzando e assicurando che non si trattava di nessun incontro segreto: “Lo incontro spesso per fortuna”. L’ottimismo per la ripresa dell’Italia è un cavallo di battaglia di Renzi che parla soprattutto dei lavoratori: “L’Expo è una chiave per la ripartenza del nostro Paese. Gli operai e le operaie non stanno semplicemente costruendo padiglioni, ma stanno costruendo e restituendo l’orgoglio a un Paese che ne ha bisogno come il pane”.
Il premier torna, incalzato dai giornalisti, sull’articolo 18, ribadendo che quella del lavoro non è “una discussione ideologica” e che bisogna “riscrivere lo statuto dei lavoratori”, da lui stesso definito un totem ideologico.