Incontro segreto in Umbria tra il premier Matteo Renzi e il presidente della Bce, Mario Draghi, dopo il botta e risposta della scorsa settimana sulle riforme italiane. L’appuntamento nella casa di campagna della famiglia Draghi a Città della Pieve sarebbe servito a calmare le acque, ma il presidente del Consiglio smentisce: “Con Draghi ci vediamo periodicamente, era già tutto a posto da prima”.
Secondo Renzi, le polemiche della scorsa settimana sarebbero state “provocate” dai giornalisti. “La stampa ha letto le parole del presidente della Bce in una chiave negativa per l’Italia e quindi il mio ‘non ci facciamo commissariare’ è sembrato una replica alla Bce, ma non è così”.
“L’Italia – assicura Renzi, che stasera vedrà il presidente Giorgio Napolitano – non è un osservato speciale, ve lo assicuro. Non è così”. Di consguenza, puntalizza ancora il premier, ogni accostamento tra l’attualità e la lettera recapitata nel 2011 al governo Berlusoni è del tutto improprio. “Io – si limita a osservare il presidente del Consiglio – nel 2011 non c’ero. Facevo il sindaco di Firenze”.
E il sottosegretario Graziano Delrio sull’intesa con la Commissione per i Fondi Ue, ha annunciato: “Sulla base dell’intenso lavoro svolto in queste settimane posso affermare che siamo ormai prossimi alla chiusura del testo definitivo dell’Accordo di Partenariato a settembre, nel rispetto della tabella di marcia che ci eravamo dati”.