Tatuaggi e sole non vanno d’accordo: le tinte forti, quali il nero e i rossi intensi, attraggono maggiormente i raggi calorici, che non potendo essere dispersi surriscaldano la cute, facendola soffrire.
A spiegarlo è il professore Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano), intervistato da Corriere.it: “Alcuni pigmenti sono fotosensibilizzanti. Manifestano cioè un’autentica avversione nei confronti del sole: bruciori, vescicole, eczemi cutanei, tanto per citare i fastidi più frequenti”.
Il consiglio è quello di evitare il sole e restare all’ombra nelle ore centrali della giornata, che vanno dalle 11 alle 16: “Bisogna tenere coperti il tatuaggio con una benda o un braccialetto, se è piccolo, con gli abiti anti UV se è grande – prosegue Monti – Nemmeno le creme solari ad alta protezione mettono al riparo da eventuali danni. Il rischio è di abbandonarsi a lungo sotto il solleone, nella falsa convinzione di essere protetti. Risultato: più guai per la pelle, meno lucentezza per il tattoo che, poco alla volta, si sbiadisce”.
Un guaio che può sfociare anche in tumori cutanei, come il melanoma, “che se si presenta pigmentato di nero o di marrone scuro può essere facilmente confuso con il colore del tatuaggio. Non a caso – prosegue – si parla di azione mascherante. Se la diagnosi è tardiva, le speranze sono poche”.
Bisogna dunque fare attenzione al tatuaggio: se cambia forme o “cresce”, bisogna consultare il prima possibile il dermatologo.