17.00 – Il M5S lascia nuovamente l’Aula del Senato. Ad annunciarlo è il capogruppo Vito Petrocelli che sottolinea come il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi abbia incontrato le altre opposizioni ma non abbia “voluto” vedere i 5S. “Questa era l’ultima cosa che potevamo tollerare, Renzi si gingilli pure con i suoi tweet”, sbotta Petrocelli.
“Non parteciperemo mai più ai lavori sul ddl riforme: nel momento in cui oggi è stata annullata l’ipotesi di un Senato elettivo ci concentreremo sulle questioni sostanziali” del Paese. Ad annunciarlo è stato il capogruppo M5S Vito Petrocelli giungendo in sala stampa e davanti alle tv assieme a tutti i senatori del gruppo pentastellato.
“È una maggioranza schifosa, Renzi prende in giro il Paese” ha continuato Petrocelli. “Non è un Aventino”, precisa spiegando che il gruppo lavorerà a tutti gli altri provvedimenti. Ma, è la sua accusa, “le regole sono state calpestate, l’azione del governo e della maggioranza è stata autoritaria, chi rappresenta i cittadini non può essere complice”.
In mattinata le opposizioni se n’erano già andate ed erano poi tornate in Aula accogliendo l’invito del presidente Pietro Grasso. Ma poi, a quanto emerge dalle parole di Petrocelli, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il mancato incontro con il ministro Boschi che invece si è riunita sia con Sel che con la Lega.
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Il venerdì di lavori in Senato inizia col fantasma della bagarre in Aula: un giovedì difficile per il governo di Matteo Renzi e soprattutto per il presidente della Camera Alta, Pietro Grasso. Urla, malori e persino feriti durante le votazioni degli emendamenti sul Ddl Boschi, quello che porterà alle modifiche costituzionali. Le contestazioni degenerano nelle ore serali, quando Grasso sospende l’aula a causa del ferimento della senatrice del Nuovo Centrodestra Laura Bianconi, che finisce in lacrime in ospedale.
Per la senatrice una spalla lussata, a causa di un commesso che si affrettava a raggiungere i banchi della Lega, dove si dava vita a una grossa protesta con tanto di cartelli e urla “Libertà”. I leghisti mostrano anche un evidente errore grammaticale sul foglio, ma intanto un altro senatore del Carroccio, Nunziante Consiglio, si sente male, a causa di un calo di pressione e si accascia.
Un Grasso frastornato alla fine chiude i lavori prima di mezzanotte e adesso la tensione è altissima. I senatori delle opposizioni hanno continuato a prendersela con il presidente del Senato, sia per l’utilizzo del voto segreto sia per la durata dei lavori. “Quanto è avvenuto in aula è un colpo drammatico alla credibilità del Senato”, ha commentato Grasso, prima di andare via.
Alla ripresa dei lavori in mattina, Grasso ha comunicato: “In relazione ai gravi fatti avvenuti euro il Consiglio ha verificato che i senatori appartenente della Lega Nord hanno causato il disordine non permettendo il proseguire dell’assemblea. Tali atteggiamenti non saranno più tollerati”. Insomma, il presidente non accetterà più insulti: “Ho tollerato fin troppo”.
Il Movimento 5 Stelle ha abbandonato l’aula per protesta. Subito dopo anche i senatori della Lega Nord hanno incrociato le braccia. Dopo due ore di blocco, le opposizioni hanno deciso di rientrare in Aula e proseguire i lavori: “Per le riforme c’è bisogno del contributo di tutti”, ha sottolineato Grasso spiegando di essere andato incontro “all’invito che da più parti è venuto, anche in Aula, perché i senatori dell’opposizione rientrassero e vedo con piacere che sono rientrati”.
L’Aula intanto è sospesa per la pausa e il ministro Boschi ha aperto alla richiesta del senatore Pd Tocci di riprendere la seduta alle ore 16. La Boschi ha ricordato: “Manteniamo la disponibilità del governo al dialogo e al confronto su alcuni temi rimasti aperti” e inerenti agli articoli superiori al 2″.