James Hogan, ad di Etihad, lancia l’ultimatum: la trattativa deve essere chiusa entro lunedì 28. Ma da Alitalia smentiscono, sostenendo che le indiscrezioni trapelate sul tempo limite imposto dagli Emirati arabi non abbiano alcun fondamento. “Non mi risulta”, ha detto l’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio.
L’assemblea degli azionisti di Alitalia, che si riunisce oggi a Fiumicino, infatti, approverà solo il bilancio 2013 e l’aumento di capitale, mentre, secondo quanto si apprende, non si parlerà – come era atteso – del contratto con Etihad.
Il negoziato rimane dunque fermo, complici anche le tensioni tra i sindacati. Cgil e Cisl hanno indetto un referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia tra i lavoratori della compagnia aerea nostrana, ma non è stato raggiunto il quorum. Lo ha annuncia il segretario generale aggiunto della Uilt Marco Veneziani, precisando che hanno votato in 3.500 su 13.200 lavoratori. In questa situazione, aggiunge, l’accordo sui tagli, firmato solo da Cgil, Cisl, Ugl e Usb, “non può essere applicato agli iscritti della Uilt, alle sigle non firmatarie e ai non iscritti”. Per Veneziani ”adesso bisogna tornare al tavolo e fare un nuovo accordo”.
“Bisogna arrivare a una soluzione, tocca ai lavoratori perché noi abbiamo fatto tutto il possibile”, ha ribadito il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. “Non c’è una bad company e una new company, c’è un’azienda su cui vengono investiti i soldi per lo sviluppo, dai soci e dal nuovo socio che si chiama Etihad”, aveva spiegato il ministro, sottolineando che “non ci sarà una bad company che viene chiusa, come nel 2009”.