Altro che riscatto del Brasile. Nemmeno il tempo di mettere la palla al centro per il calcio d’inizio e sembrava quasi che la partita con la Germania – la più disastrosa di una storia centenaria – non fosse ancora finita. Scatto di Robben, difesa tagliata come il burro e fallo di Thiago Silva punito con il rigore trasformato da Van Persie quando siamo appena al 3′.
Al 16′ anche Blind (figlio d’arte) trova la soddisfazione di un gol personale perché su una respinta goffa di David Luiz (anche oggi largamente peggiore in campo) si ritrova il pallone all’altezza del dischetto di rigore con la porta praticamente vuota.
Per onestà di cronaca va detto che i due gol sono viziati da errori arbitrali (e non sono stati gli unici). Il fallo di Thiago Silva avviene fuori area e sulla seconda rete l’azione olandese parte in fuorigioco. Ma la partita è praticamente finita già al 15′, alla faccia di tutti i propositi di riscatto, a dispetto di un pubblico anche oggi generosissimo. Il resto della gara è un incubo: da un lato nel Brasile è palpabile la paura si subire l’ennesima imbarcata – soprattutto in contropiede – dall’altro c’è l’ansia di riaprire la partita con il rischio di farsi beccare tutti in avanti come avvenuto contro la Germania.
Senza nemmeno la tensione per una vera posta in palio, ne viene fuori una partita senza troppi contenuti tecnico – tattici, con qualche azione da una parte e dall’altra. Il secondo tempo è mediocre, il Brasile attacca di più ma senza fare mai male e nel finale arriva anche la beffa del terzo gol di Wjnaldum.
Il triplice fischio del direttore di gara è una liberazione per i verde oro. Insieme alla partita è finito il Mondiale del Brasile ed è una fortuna perché in due sole partite la squadra carioca si è giocata la credibilità. Troppo scarsa tecnicamente, scelte inadeguate, squadra slegata e due soli veri talenti (Thiago Silva e Neymar): troppo poco per sperare di fare più di quello che si è fatto. I fischi del pubblico alla fine sono una liberazione, quasi un atto dovuto per una squadra che ha leso l’immagine del calcio brasiliano
La medaglia di bronzo, il premio di consolazione che poco interessa ai grandi delusi, va all’Olanda dello straordinario Robben, forse il miglior giocatore della competizione insieme alla stella della Colombia James Rodriguez. E’ un premio meritato perché l’Olanda gioca un bel calcio, ritrova la sua spregiudicatezza mentale e semmai questa vittoria è soltanto un rammarico in più per l’occasione sprecata contro l’Argentina, quando ha di fatto accettato passivamente che la gara terminasse ai rigori senza fare tutto quello che avrebbe potuto durante i 90′ regolamentari. Per la statistica, l’Olanda chiude il Mondiale imbattuta e ha anche la particolarità di avere schierato tutti e 23 i giocatori della rosa.
E stasera la finale tanto attesa tra Germania e Argentina sarà una degna conclusione di un Mondiale complessivamente bello e divertente. I favori del pronostico sono tutti per la Germania (2,30 secondo i bookmakers, l’Argentina è a 3,54) anche per effetto dei sette gol segnati al Brasile. In realtà la partita si preannuncia equilibrata perchè l’Argentina non è mai stata bella ma sempre solida e difficilmente commetterà gli errori di presunzione del Brasile e giocherà più per contenere che per attaccare. Molto poi dipenderà da Messi, se la Pulce deciderà di essere decisivo potrebbero cambiare gli equilibri.
La Germania però è brillante, in fiducia e la sua continuità di rendimento (quattro Mondiali di fila almeno in semifinale) meriterebbe un premio all’altezza. L’Argentina invece torna in finale dopo 24 anni, l’ultima volta era stato a Italia ’90 e in finale (persa) si trovò proprio la Germania che si vendicò della sconfitta in finale subita 4 anni prima al Mondiale argentino.
Sarà comunque una bella sfida, forse non spettacolare ma certamente intensa. L’Italia sarà in campo con Rizzoli, l’arbitro che avrà l’onore di dirigere una finale come già successo a Gonella e a Collina. Meglio che niente.