Non tutti i nodi dell’accordo con i sindacati per il matrimonio tra Alitalia ed Etihad sono stati sciolti. La trattativa tra la compagnia di bandiera italiana e i sindacati dovrebbe concludersi nella mattina di sabato ma diverse fonti sindacali assicurano che ciò non avverrà così preso. I lavori sono continuati durante la notte di venerdì e dopo essere iniziati di nuovo alle 11 – l’orario in cui il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi auspicava la fine dell’odissea – si sono fermati ancora una volta, per una pausa che non si sa quanto durerà. Il governo si riserva di rispondere alle osservazioni avanzate dai sindacati.
A destare preoccupazione tra i sindacati è soprattutto la proposta del ministro del Lavoro Giuliano Poletti di utilizzate i contratti di ricollocamento previsti dalla legge di stabilità. Venerdì, all’uscita dall’incontro con i sindacati, l’annuncio era stato proprio di Poletti: “Questo strumento consente a chi è in mobilità di fare un accordo con le agenzie del lavoro, con il supporto di una unità di missione alla quale partecipano i ministeri interessati”.
Gli esuberi del resto sono stati il tema principale dell’incontro e della frenata alla manovra di Etihad. Nella proposta della compagnia di Abu Dhabi erano previsti 2.251 esuberi. Venerdì il ministro Lupi ha assicurato che si sono ridotti a 980, grazie al ricollocamento di 1021 addetti “in altre aziende, fuori dal perimetro Alitalia” e ai contratti di solidarietà per 250 assistenti di volo.
Per i 980 esuberi invece si utilizzerà appunto il contratto di ricollocamento, in più “andranno in mobilità con l’80% dello stipendio per 4 anni”. Alitalia però, alla sua ripartenza da “sposata” con Etihad, decollerà con duemila lavoratori in meno. E intanto, prima di concludere il contratto, bisognerà convincere i sindacati.
Lupi ha assicurato che la data di sabato non è un ultimatum ma è chiaro che la questione va risolta in fretta: “Credo sia doveroso, visto che la prossima settimana Hogan sarà in Italia, presentarsi con una risposta. Avevamo già detto che la scadenza era fissata alla fine della settimana, perché si possa chiudere l’accordo con le banche, i soci ed Etihad”.
“Non troviamo traccia, nelle dichiarazioni fatte ieri dai ministri, che ci sarebbe una significativa riduzione nel numero degli esuberi”, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha ricordato che l’operazione sarebbe “una cessione di ramo d’azienda con licenziamenti collettivi, che non è mai stata fatta in altre aziende”. Poi ha dato una stoccata a Lupi: “Le trattative hanno i loro tempi, se non risolvono i problemi non si può chiudere”.