La commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato il ddl sulle riforme costituzionali,che da lunedì prossimo sarà all’esame dell’aula. A favore la maggioranza, Fi e Lega. La Commissione ha approvato l’emendamento dei relatori, nella nuova riformulazione che prevede che i senatori vengano eletti dai Consigli regionali su base proporzionale.
Il capogruppo di Fi in Senato, Paolo Romani, ha confermato che sul meccanismo di elezione dei senatori da parte dei Consigli Regionali è stata “trovata la quadra” e che c’è stato un “chiarimento” su questo con il leader di Ncd, Angelino Alfano.
“Con l’approvazione della Commissione Affari Costituzionali del testo di riforma del Senato, si compie un importante passo avanti per il Paese sul cammino del cambiamento”, affermano Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini, vicesegretari del Pd, ringraziando la Commissione per il lavoro svolto.
Entusiasta il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri: “È una giornata di straordinaria importanza per il Paese, il processo di riforme strutturali avviato sta producendo tappe con un ritmo giusto. Non facciamo le corse, approviamo le tappe in tempi regolari, dopo anni di ralenti andiamo a velocità normale”.
Dopo la cavalcata trionfale di ieri, il ddl Boschi sulle grandi riforme costituzionali si era fermato. La frenata è stata accompagnata dall’annuncio del correlatore Roberto Calderoli: “Così non va, l’accordo è saltato. A questo punto andiamo in Aula lunedì e lì scioglieremo i nodi”.
Fulcro dei problemi, era l’emendamento che cambia il Senato. Sembra che diversi senatori della maggioranza contestassero la formulazione dell’emendamento sull’elezione dei senatori da parte dei consigli regionali. “L’emendamento”, ha spiegato Calderoli “da una parte prevede l’elezione su base proporzionale dei senatori da parte dei consigli regionali, ma dall’altro aggiunge che questa deve avvenire tenuto conto della consistenza dei gruppi consiliari”.
Il problema per Calderoli e per chi sollevava obiezioni era che i “futuri senatori li sceglieranno i capigruppo e non verranno eletti dai consiglieri regionali”. Insomma il patto del nazareno tra Pd e Fi non convince. E adesso il percorso delle riforme, fondamentale per Renzi all’inizio del semestre di presidenza italiana in Unione Europea, sarà di nuovo in salita.
“L’asse sulle riforme si sta sfasciando”. Così Luigi Di Maio di M5s su Facebook che parla di “un Pd con fronde e mal di pancia. Fi che rimanda la propria assemblea di partito da settimane non riuscendo a fare la quadra: tra i parlamentari di Berlusconi è ormai chiaro che il Patto del Nazareno sia un salvacondotto per lui”. Infine “Calderoli e la Lega che si sfilano dall’accordo. L’unica cosa su cui sono stati d’accordo – osserva – è l’immunità e l’affossamento dei referendum”.