Si sono bloccate le trattative a Roma tra i sindacati e l’Eni. L’incontro andato avanti fino a ieri sera si è concluso con un nulla di fatto. Questo l’esito dell’incontro che si è concluso stasera a Roma tra i segretari nazionali dei sindacati dell’energia Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil Emidio Miceli, Sergio Gigli e Paolo Pirani e l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi.
Le trattative a Roma tra i sindacati e l’Eni erano incentrate sul nuovo progetto industriale dell’ente petrolifero che prevede anche la riorganizzazione generale degli organici. L’Eni ha denunciato gravi perdite nel settore della raffinazione a causa di un surplus europeo di 120 milioni di tonnellate di raffinato e ha comunicato ai sindacati che garantisce le continuità operativa solo per la raffineria di Sannazzaro (Pavia) e della propria quota del 50% su quella di Milazzo. In discussione sono invece le 4 raffinerie di Gela, Taranto, Livorno e la seconda fase di Porto Marghera (Venezia), nonché il petrolchimico di Priolo (Siracusa).
Le prospettive più pesanti nell’immediato riguardano Gela: non parte più nessuna delle tre linee di produzione e vengono revocati i 700 milioni di investimenti destinati alla programmata riconversione produttiva. In cambio verrebbe proposto un nuovo progetto come alternativa, ma i sindacati non hanno voluto sentire nemmeno le linee generali della proposta perché, come pregiudiziale, hanno preteso dall’azienda, “il rispetto integrale degli impegni sottoscritti appena un anno”.
Delusione e rabbia a Gela tra i lavoratori che hanno intensificato i picchetti con cui, da 4 giorni, presidiano le vie di accesso allo stabilimento. Cgil, Cisl e Uil hanno definito il piano dell’Eni un disegno che mette a rischio “l’intero sistema industriale dell’Italia”. Miceli, Gigli e Pirani hanno convocato per il 18 luglio il coordinamento nazionale di categoria per stabilire le iniziative di lotta da attuare non solo nelle raffinerie ma in tutti gli stabilimenti produttivi dell’Eni. Domani, invece, si riuniscono a Gela le segreterie confederali provinciali del sindacato per una mobilitazione generale della popolazione in difesa della raffineria.