L’hanno chiamata “Rocca protettiva”: l’offensiva aerea di Israele rade al suolo decine di obiettivi lungo la Striscia di Gaza ed è partita dopo che un razzo di Hamas ha colpito Gerusalemme. Ma Benjamin Netanyahu e i suoi avevano pronto il piano per l’attacco di Gaza. Il sangue continua a scorrere in Medio Oriente: le vittime sono oltre 40, mentre i feriti sono saliti a circa 400.
Natanyahu affida all’aviazione le redini degli attacchi: jet e droni sorvolano Gaza e in meno di 46 ore colpiscono ben 146 volte. E Israele non nasconde di voler colpire i leader di Hamas: “Se i nostri cittadini non vivono al sicuro non devono farlo neanche i leader di Hamas”. Caccia aperta ai tunnel che Hamas usa con bunker per stipare lanciarazzi e morta, ma anche capi.
Dopo la morte di quattro ragazzini, tre israeliani e uno palestinese, la regione è sconquassata. Netanyahu ha parlato di “togliersi i guanti” ma anche di “operazione graduale”: Hamas sarà sottoposta a una pressione sempre più crescente. Alla fine arriveranno anche i riservisti, secondo fonti di palazzo almeno 40 mila.
Il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto a Israele di fermare “immediatamente” l’offensiva, sollecitando l’intervento della comunità internazionale. Che come spesso accade per il Medio Oriente fa orecchie da mercante. L’esercito israeliano si prepara intanto ad una massiccia operazione militare via terra. Netanyahu chiarisce: “Hamas ha scelto di far salire la tensione e pagherà un prezzo pesante per averlo fatto”.