“Google Maps mi ha fatto chiudere bottega”. La storia, riportata da Wired, di Rene Bertagna, 70enne emigrato dal Nord Italia per aprire un’attività negli Usa, sta facendo il giro del mondo: il suo ristorante di Washington, il Serbian Crown, ha dovuto chiudere i battenti dopo 40 anni di attività a causa, probabilmente, del celebre servizio del colosso di Mountain View.
Il ristorante ha registrato soltanto nel 2012 un calo del 75% dei clienti, apparentemente senza alcun valido motivo che giustificasse un così grande crollo. Un giorno, un cliente abituale gli ha chiesto per quale motivo il ristorante fosse chiuso dal lunedì al venerdì, dato non vero, e Bertagna, insospettitto, ha chiesto da dove avesse attinto la notizia. Risposta: Google Places e, dunque, Google Maps.
Il 70enne ha chiesto più volte a Google di modificare le informazioni contenute nel profilo (creato in automatico), senza ottenere alcuna risposta: nel 2013 il Serbian Crow chiude definitivamente e Bertagna ha convocato in giudizio il colosso informatico davanti alla corte federale della Virginia. L’accusa è quella di manipolazione di dati: “Per un ristorante lontano dalle zone di passaggio della folla, questo può rappresentare un grosso problema”, ha spiegato Christopher Rau, avvocato di Bertagna.
L’ipotesi più plausibile è che il profilo sia stato hackerato, magari da un ristorante concorrente: nel febbraio 2014 infatti, Bryan Seely, consulente SEO, ha dimostrato l’effettiva manipolazione dei dati, fornendo una dimostrazione di come ciò possa essere facilmente effettuato.
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