La polizia ha arrestato tre dipendenti della Gesip di Palermo per danneggiamenti, interruzione aggravato di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti della Digos contestano ai tre di avere creato tensioni e violenze nel corso delle manifestazioni che si sono svolte in città nei mesi passati.
Uno di loro, Giacomo Giaconia, 55enne pregiudicato, è stato rinchiuso in carcere. Due, Salvatore Spatola, 50enne pregiudicato e Francesco Madonia 54enne, sono ai domiciliari. I tre sono ritenuti esser stati promotori, capi ed organizzatori di violente manifestazioni di protesta, non autorizzate e sfociate nell’interruzione di pubblico servizio, nella resistenza a Pubblico Ufficiale ed altro.
Tali episodi, accaduti tra il 2011 ed il 2013, sarebbero stati incardinati nel contesto della nota vertenza Gesip ed i tre avrebbero incarnato la frangia più violenta dei manifestanti che, con la violenza e la coercizione, avrebbe turbato le trattative e le relazioni industriali tra le parti sociali in causa. Blocchi stradali con conseguente interruzione del traffico veicolare, violente occupazioni di uffici comunali e della sede stessa della Gesip, blocco del transito dei treni, sono gli strumenti, ripetutamente, agitati come clave dai violenti sulle trattative per il rinnovo dei contratti dei dipendenti della partecipata.
I tre arrestati stamane sarebbero i capi della frangia più violenta degli operai della Gesip, la partecipata del Comune di Palermo al centro di una lunga vertenza per evitarne il fallimento. In manette è finito uno degli storici capipopolo della Giacomo Giaconia, 55 anni. Gli altri due, Salvatore Spatola, 50 anni, e Francesco Madonia, 54 anni, sono ai domiciliari. Le accuse sono violenza danneggiamento, manifestazione non autorizzata, interruzione di pubblico servizio. Giaconia è stato più volte sotto inchiesta e in passato sarebbe sempre tornato in piazza per guidare la frangia più facinorosa dei precari. Fu arrestato nel 2012. Allora era tra quanti avevano cercato di assalire un contingente della guardia di Finanza.
“Il 29 aprile del 2011 ai Quattro Canti – dice Egidio Di Giannantonio dirigente della Digos – Giacomo Giaconia e Francesco Madonia capeggiarono più di cento manifestanti e bloccarono il traffico rendendo necessario l’intervento delle Forze dell’Ordine. Madonia fu identificato successivamente per avere scagliato una bombola di gas contro un appuntato della guardia di finanza, ferendolo alla gamba”. Il 18 aprile Giaconia, secondo quanto ricostruito dai filmati della Digos, avrebbe ferito un poliziotto.
Il 30 maggio del 2011 sia Giaconia che Madonia salirono sui tetti del palazzo delle Aquile e iniziarono a lanciare tegole in piazza Pretoria e in via Maqueda. Per gli agenti della Digos i tre agivano secondo una strategia precisa. Numerosi furono gli atti vandalici ai danni della sede della Ragioneria Generale, a Palazzo Galletti, nell’ufficio elettorale. Una vertenza violenta messa in campo con blocchi stradali e nelle stazioni ferroviarie e cassonetti bruciati.