Pier Silvio Berlusconi ha un debole per i comunicatori, un’eredità di famiglia, e scommette sul “più bravo dopo mio padre”, ovvero su Matteo Renzi. “La crisi che stiamo vivendo – afferma il vicepresidente Mediaset – è troppo lunga. Non c’è più un minuto da perdere: come italiano e come imprenditore, tifo per le riforme subito e per la fretta del governo. Renzi ha una chance unica e una grandissima responsabilità”.
L’endorsement arriva in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti Mediaset, nello studio 11 di Cologno Monzese. Sulle pareti rimbalzano video, slogan e le ormai immancabili slide. “Avete visto, per la prima volta ho usato le slide, dopo che lo ha fatto Renzi”, scherza Pier Silvio. “Avevo messo in conto di suscitare sorpresa – aggiunge – ma in un Paese che ha bisogno di riforme io tifo per Renzi, e chi non lo farebbe con chi ha preso il 40%?”.
“La crisi – continua – ha colpito tutti, in particolare il settore dell’editoria e chi vive di pubblicità. Negli ultimi cinque anni il mercato pubblicitario ha subito una flessione del 34%: è stato un vero e proprio tsunami”. Mediaset ha saputo reagire, rivendica snocciolando dati e illustrando grafici, “mettendo in sicurezza l’azienda e trovando la forza per spingere verso il futuro”.
Per arrivare a questo punto di svolta sono necessarie “stabilità e riforme che facciano ripartire l’economia: tifo per un governo che le faccia in fretta”. Definisce “indispensabile” intervenire su “giustizia, lavoro, tasse”. Poi, però, “è importante vedere come sono le riforme, perché vanno fatte bene, e con chi si fanno”, sottolinea con un sorriso, alludendo evidentemente alla tenuta dell”asse’ tra il Pd e Forza Italia.
Alla domanda “anche in famiglia la pensano così su Renzi?” risponde: “Penso che mio padre abbia tutto l’interesse per cambiare in meglio il paese, per esperienza e senso di responsabilità”.
E su un suo possibile ingresso in politica: “Mai dire mai”, risponde. Poi mette le mani avanti: “Per fare politica bisogna studiare, essere preparati, non basta il nome. E poi sarebbe da pazzi scendere in campo quando c’è già il più forte di tutti… Non vedo grande concorrenza in giro: se non succede qualcosa, Renzi vince per vent’anni”.
Poi si passa al taglio da 150 milioni imposto alla Rai: “Negli ultimi due anni a Mediaset abbiamo tagliato 620 milioni: mi sembra che fare efficienza sia doveroso. Ma non mi esprimo su questioni come il canone o una o più reti senza pubblicità. Ho sempre sostenuto che il servizio pubblico debba esistere per motivi industriali e culturali, è importante per il Paese, per tenere alta l’asticella della competizione con tutte le altre aziende”.