Resta l’immunità per senatori e deputati | Forza Italia e Lega votano a favore

di Redazione

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Resta l’immunità per senatori e deputati | Forza Italia e Lega votano a favore

| martedì 01 Luglio 2014 - 16:16

La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento che ripristina l’attuale immunità anche per i membri del futuro Senato. È questo il senso di un emendamento dei relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, al ddl Riforme approvato dalla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Contrari invece il Movimento 5 Stelle, gli ex grillini e Sel.

Resta quindi lo “scudo” dell’immunità per i parlamentari. Il testo originario del ddl del governo abrogava l’autorizzazione all’arresto e alle intercettazioni per i futuri senatori. I due relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, avevano presentato un emendamento che ripristina l’attuale articolo 68 della Costituzione, che prevede tanto per i senatori che per i deputati l’autorizzazione da parte delle rispettive Assemblee in caso di richiesta di arresto o di intercettazione da parte del Gip. Il governo si è espresso, con il ministro Maria Elena Boschi, a favore dell’emendamento.

La decisione di lasciare così com’è l’articolo 68 della Costituzione che riguarda l’immunità di parlamentari ha avuto “una maggioranza molto larga. Anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore”, ha sottolineato poi Boschi interpellata dai giornalisti. “Per ora i fatti dimostrano che un accordo ampio tiene. Siamo sempre prudenti ma ci sono le premesse per un lavoro sereno anche oggi”,  ha aggiunto Boschi, prima dell’inizio della Commissione affari costituzionali del Senato, ha commentato il voto di Fi e Lega con la maggioranza. E al temine della seduta ha confermato il suo ottimismo: “Possiamo immaginare di andare con il testo in Aula la prossima settimana, se prosegue il lavoro in Commissione in modo così spedito”.

La Commissione ha interrotto i propri lavori a causa della convocazione della Giunta per le immunità. “Stiamo procedendo con un ritmo buono – ha commentato Boschi – stiamo esaminando emendamenti e sub-emendamenti, senza sacrificare il dibattito e la voce delle opposizioni, ma con un clima buono”. “Il regolamento della Camera dei deputati garantisce i diritti delle minoranze parlamentari”. Secondo quanto prevede un emendamento dei relatori alle riforme, approvato dalla commissione affari costituzionali del Senato. In questo modo viene introdotto  il cosiddetto Statuto delle minoranze.

Proteste da parte del M5S. “Può un Parlamento eletto con una legge incostituzionale (il Porcellum) vantare una legittimità tale da consentirgli non solo di modificare singole disposizioni della Costituzione, ma addirittura la struttura bicamerale del Parlamento e, con essa, inevitabilmente, la forma di Governo? Quel Parlamento che avrebbe dovuto essere sciolto immediatamente dopo la pronuncia della Corte?”. Lo scrive sul blog di Grillo, Paolo Becchi sottintendendo una risposta negativa ma rilanciando “l’opportunità di soffermarsi sulla legge elettorale”.

E la commissione affari costituzionali del Senato ha bocciato un emendamento di M5s (Prima firma di Rocco Crimi) che introduceva il limite dei due mandati per i deputati e i Senatori. “Speravamo di trovare interesse verso il nostro emendamento – ha commentato Giovanni Endrizzi – in chi dice di volere il rinnovamento della politica”.

Il ddl del governo sulle riforme costituzionali arriverà nell’Aula del Senato a metà della prossima settimana, il 9 o 10 luglio. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo del Senato.

 

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