Dicono che il Brasile avrebbe pagato per evitare l’Uruguay: è ancora “fresco” e doloroso il ricordo di quella finale persa al Maracanà per 2 a 1 il 16 luglio del 1950, una sconfitta che gettò nello sconforto un intero paese e che ancora oggi i nonni raccontano ai nipoti.
Bene, il Brasile evita l’Uruguay ma a nostro avviso sarà molto peggio. Passa ai quarti la Colombia, quattro vittorie in quattro partite, formazione solida e pericolosissima che ha disintegrato l’Uruguay che senza lo squalificato Suarez (disastrosa la partita del sostituto Forlan) è tornata ad essere una squadretta e niente più.
La Colombia gioca subito per la vittoria, Cuadrado è ispirato, a volte egoista ma sempre geniale e poi c’è un piccolo grande fenomeno, quel James Rodriguez autore della doppietta decisiva, in gol da sei partite (sette gol) consecutive. La vittortia finale è meritatissima, l’Uruguay si fa vedere solo nell’ultimo quarto d’ora con tre palle gol (bravissimo il portiere Ospina) ma quando era ormai troppo tardi.
La cronaca vale la pena racchiuderla con il racconto dei due gol di Rodriguez. Due autentiche perle. La prima è una giocata straordinaria: stop di petto al limite dell’area, giravolta di 180 gradi al volo e palla sotto la traversa. Il secondo gol è frutto di una spettacolare azione corale che vede sei giocatori protagonisti, con assist finale di testa di Cuadrado per l’inserimento di Rodriguez. Tutto molto bello.
L’ultima annotazione: avrebbe potuto essere la partita dell’Italia, se fosse riuscita a difendere il pareggio contro l’Uruguay: ma vista la Colombia, difficilmente l’Italia avrebbe potuto avere chances.