Il giorno dell’incontro è arrivato. Alle 14:30 nella sala della terza commissione Esteri della Camera, una delegazione del Movimento 5 stelle, composta da Di Maio, Toninelli, Brescia e Buccarella ha incontrato una delegazione del Partito Democratico composta da Zanda, Speranza, Serracchiani e Guerini.
All’incontro non c’è Beppe Grillo ma è presente Matteo Renzi. “Siamo felici per questo incontro. Se c’è un modo di trovare un punto d’incontro ne siamo felici, perché le regole si scrivono insieme”, ha commentato il premier. I toni della conversazioni sono molto lontani da quelli della prima diretta streaming tra i due partiti.
Subito sul tavolo arriva la riforma elettorale. Renzi dice di aver studiato la proposta del M5S, il cosidetto “Democratellum” votata sul blog dei sostenitori del movimento di Grillo. Ma per il premier questa proposta “è gravemente deficitaria sotto il profilo della governabilità: la sera delle elezioni si deve sapere chi ha vinto ed eventualmente siamo pronti a introdurre il ballottaggio” ha detto Renzi. Prima di ironizzare: “Io lo definisco ‘complicatellum’ o ‘grande fratellum’“.
Di Maio chiede a Renzi di incontrarsi di nuovo la prossima settimana per fare nuovamente il punto della situazione anche in base alle criticità sollevate dal presidente del Consiglio, che ha dimostrato di aver letto con attenzione la loro proposta. “Arriviamoci con le idee chiare al nuovo incontro”, ha commentato Renzi.
Dopo l’incontro con Renzi sono contento che il #Democratellum (votato da centinaia di migliaia di cittadini) sia un punto di partenza.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 25 Giugno 2014
“Siete disposti a un correttivo che consenta a chi vince di governare? Secondo noi il ”Democratellum” non lo garantisce. Chi arriva primo al primo o al secondo turno deve vincere, non stiamo dicendo che dobbiamo vincere per forza noi” ha commentato il premier. “Vi chiediamo di farci sapere se accettate il rapporto tra governabilità e certezze”.
“Secondo punto: chiediamo, per rispetto ai cittadini mai più ‘larghe intese’ o ‘inciuci’. O almeno di non farli dopo, ma prima”. continua Renzi riferendosi all‘alleanza dei grillini con Farage, leader dell’UKIP. Nell’auspicare un accordo sull’Italicum che preveda che “le coalizioni si decidono prima e non dopo” il voto, Renzi ha auspicato che quello attuale rappresenti l’ultimo esecutivo di larghe intese.
A incontro finito poi su Twitter, Alessandra Moretti scrive:
Finalmente il M5S scende dal tetto e apre il dialogo sulle riforme, meglio tardi che mai! anche se il #complicatellum non mi convince
— Alessandra Moretti (@ale_moretti) 25 Giugno 2014