La Sicilia continua a bruciare. Ieri a Palermo e Catania si sono registrate le criticità maggiori a causa del forte vento di scirocco che ha toccato i settanta chilometri orari e in seguito alle temperature che hanno raggiunto i 36 gradi, oggi i vigili del fuoco hanno richiesto il supporto di mezzi aerei, in arrivo da Roma, nelle zone di Scopello, nel Trapanese e a Cavagrande nel Siracusano. Sono 199 gli interventi registrati dalle 20 di ieri sera alle 8 di stamattina.
Sul fronte del Palermitano, dopo l’incendio ieri a Bonagia e in diverse zone della città, due Canadair sono in azione da questa mattina per spegnere le fiamme divampate nella zona di Villagrazia e in via Bronte a Palermo. I due aerei hanno eseguito decine di lanci per cercare di arginare le fiamme, che partite dalla montagna stanno arrivando fin alle villette. Un fronte molto vasto dell’incendio alle spalle del carcere dei Pagliarelli. In questo tratto il rogo è iniziato ieri sera e ancora adesso non è stato spento. Incendi anche in provincia, nei comuni di Misilmeri, Bagheria, Belmonte Mezzagno e Cefalù. Nella zona di Altavilla Milicia, interessata da un vasto incendio, i pompieri sono intervenuti senza il supporto di canadair. In appoggio alle squadre del capoluogo siciliano, al lavoro senza sosta da 24 ore, si è affiancata una squadra di Caltanissetta.
“Solo nella giornata di ieri sono stati oltre 260 gli interventi effettuati dalle 8 alle 20. Tutta la Sicilia , ad eccezione della provincia di Enna, è stata interessata dagli incendi, il picco è stato raggiunto alle 18”, riferisce Ferdinando Franco, dirigente di supporto dei vigili del fuoco. Soltanto a Palermo, dove la periferia è stata avvolta dalle fiamme, sono andati a fuoco il Carrefour e altri esercizi commerciali: “Sono stati effettuati 50 interventi fino alle 20”, continua Franco e altri 50 sono stati portati a termine fino alle prime ore di stamattina.
Ora che il primo vento di Scirocco ha avvolto la Sicilia nella morsa del fuoco, restano in piedi diversi interrogativi. La Sicilia ancora oggi infatti non ha a disposizione alcun elicottero per il soccorso aereo nelle aree colpite dagli incendi. Un problema significativo dato che la media ogni anno è di circa 800 roghi, la maggioranza dei quali scoppiano nel periodo estivo. E aumentano le richieste di intervento di supporto pervenute al Centro operativo aereo unificato (Coau) del dipartimento della Protezione civile a Roma.
Un’emergenza già evidenziata dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, che in una nota inviata all’inizio del mese di giugno al governatore Crocetta aveva posto l’accento sul fatto che riteneva “indispensabile per le Regioni dotarsi di una propria e adeguata flotta antincendio, poiché non può essere sufficiente contare solo e unicamente sul concorso della flotta aerea dello Stato che, in base al principio di sussidiarietà sancito anche dalla legge 353/2000, deve garantire, con un numero ridotto di mezzi aerei rispetto agli anni passati, il supporto a tutte le regioni d’Italia in una materia che – è bene ricordarlo – è di competenza delle Regioni”.
(foto di copertina di Alessandro Magistro)