Felipe di Borbone e Grecia, principe delle Asturie, è da mezzanotte il nuovo re di Spagna. Il nuovo monarca, primo figlio maschio di re Juan Carlos I e donna Sofia, ha 46 anni, e sarà proclamato oggi re dinanzi alle Cortes Generales riunite nel Congresso dei deputati. Nel frattempo la figlia, Leonor di Borbone e Ortiz, sua primogenita e nata dal matrimonio con sua moglie Letizia, è diventata la principessa delle Asturie.
E al Congresso spagnolo blindato è tutto pronto per la cerimonia che si svolgerà alla presenza di circa un migliaio di invitati, tra membri della Famiglia Reale, parlamentari, ministri, presidenti delle autonomie locali ed ex premier. Capillare il dispositivo di sicurezza: il Congresso e il Palazzo Reale, sede degli eventi principali, ma anche l’intera Madrid e i dintorni sono blindati.
Il nuovo monarca presterà giuramento davanti alle Cortes sulla Costituzione e pronuncerà il suo primo discorso da monarca nella sede dalla Camera bassa del parlamento, davanti ai membri del governo, i deputati e i senatori. Ma il momento solenne in Parlamento sarà disertato da 25 deputati di vari gruppi della Izquierda Plural, Erc, Bng, Geroa Bai, Compromis e Amaiur. Vi sarà un cuscino di velluto rosso con la corona e lo scettro della monarchia spagnola. Mancherà però il crocifisso e Felipe non giurerà “davanti a Dio e al Vangelo”. La costituzione sarà quella democratica del 1978 e non quella scritta sotto la dittatura franchista. Per garantire la sicurezza delle varie fasi del passaggio della Corona, è stato disposto un massiccio apparato di sicurezza e il livello di allerta terrorista è passato da 2 a 3 su una scala di 4. Settemila agenti saranno dispiegati nei controlli in cielo, terra e sottosuolo, con 120 tiratori scelti a difendere il percorso.
Al termine di 39 anni di regno, Juan Carlos I ha firmato mercoledì la sua abdicazione con una cerimonia solenne che ha coinciso curiosamente con l’uscita dalla scena del Mundial di un’altra ‘regina’, ‘La Roja’ di Vicente del Bosque, eliminata 2 a 0 dal Mundial in Brasile dopo 180 minuti di sofferenza con uno pirotecnico Cile.
Felipe è diventato re nel momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge, approvata con larga maggioranza dal Parlamento nei giorni scorsi e che ha permesso l’abdicazione del padre, un avvenimento storico dopo il ritorno della Spagna alla democrazia nel 1978.
Vietate quattro manifestazioni, fra cui quella convocata dal Coordinamento Repubblicano fra la Puerta del Sol e Plaza Neptuno, per motivi di ordine pubblico e il tribunale di Madrid ha proibito di esporre bandiere e simboli repubblicani. Ma i promotori assicurano che non rinunceranno alla marcia. C’è molta attesa per il discorso di Felipe, che dovrebbe definire in che modo vorrà essere re. Suo padre, nominato erede da Franco, si era dovuto conquistare la stima e l’affetto degli spagnoli favorendo la transizione democratica, che aveva poi difeso sventando il golpe Tejero. Suo figlio, a distanza di quasi 40 anni, dovrà essere il simbolo di un Paese dove la democrazia appare scontata, ma dove restano forti divisioni ideologiche e tensioni separatiste.