Yara aveva paura: da settimane, prima di essere rapita e uccisa nel novembre del 2010, la ragazzina di Brembate Sopra aveva notato un uomo che la osservava. L’aveva confidato al fratellino e anche ai genitori ma poi si era calmata e a casa non ne avevano più parlato.
Un dettaglio già noto che adesso indirizza gli investigatori verso uno scenario nuovo: Massimo Giuseppe Bossetti potrebbe avere puntato Yara, “scegliendola” tra la tante ragazze che frequentavano la palestra. E a rinforzare queste ipotesi ci sono le testimonianze dei commercianti e dei residenti della zona che ricordano di aver notato l’uomo nel periodo della sparizione.
Le forze dell’ordine, infatti, sono al lavoro per ricostruire le frequentazioni di Massimo Giuseppe Bossetti attorno alla villetta dove la giovane viveva con la famiglia. Al solarium Oltreoceano i proprietari hanno raccontato di aver avuto Bossetti come cliente diversi anni fa. Idem al Loto caffè, un altro esercizio che dista poche centinaia di metri da casa Gambirasio, dove Bossetti è stato riconosciuto.
Bossetti, intanto, è stato sentito dal pubblico ministero Letizia Ruggeri che vuole provare a far cambiare la linea difensiva dell’uomo, chiusosi in un silenzio granitico. Dalla loro i pm hanno un altro dettaglio fondamentale, il verbale della moglie, Maria Comi: Bossetti non ha nessun alibi per la sera del delitto.
Il pm Ruggeri ieri ha descritto la morte della tredicenne Yara Gambirasio. Nel provvedimento di fermo emesso nei confronti del muratore, il magistrato contesta a Bossetti il reato di omicidio con l’aggravante dell’aver operato sevizie e di aver agito con crudeltà.
”Riposa in pace, forse la giustizia terrena è arrivata. Ciao piccola Yara”. Così ha scritto su un foglio bianco qualcuno lasciandolo poi attaccato a un vasetto di fiori bianchi sulla tomba di Yara Gambirasio al cimitero di Brembate di Sopra. Dopo la svolta, a oltre tre anni dalla sua scomparsa e dal suo ritrovamento, con il fermo del presunto killer, da ieri è ricominciato il viavai nel cimitero e sono molti i fiori freschi lasciati.
La vicenda non coinvolge solo la famiglia Gambirasio, distrutta dalla morte della figlia. Di mezzo c’è anche quella del muratore di 43 anni: a lui si è arrivati tramite la madre, Ester Arzufi, che però nega di avere avuto una relazione con Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 il cui dna è compatibile con quello dell’assassino di Yara.
“Guerinoni non è i padre dei gemelli”, spiega la Arzufi a verbale “Eravamo ragazzi, stavano in paese tutti insieme, certo che lo conoscevo, ma con lui non ho avuto mai nessun rapporto”.