Dopo le riforme “istituzionali”, si passerà a quella “culturale”. Il governo di Renzi ha intenzione di dedicarsi a una legge sulle unioni civili tra gay già da settembre. Ma in Parlamento è in fase avanzata la discussione per la nuova norma: l’8 aprile scorso la relatrice del Pd Monica Cirinnà ha presentato il testo al Senato, in commissione Giustizia. E Palazzo Chigi si prepara ad appoggiarlo.
Le unioni civili garantiranno alle persone dello stesso sesso gli stessi diritti delle coppie eterosessuali spostate, con una sola differenza, lo scoglio più grosso: non sarà consentita l’adozione di bambini, al di fuori della stepchild adoption, ovvero l’adozione del figlio biologico di una persona della coppia da parte del partner.
Nelle coppie gay al momento i bambini non hanno alcun legame giuridico con il compagno del genitore biologico. Con la nuova legge l’unione civile renderà entrambi genitori agli occhi della legge. Ma sull’argomento ci saranno grosse polemiche.
Le unioni civili comunque garantiranno diritti come la reversibilità della pensione o la certezza di potersi assistere in ospedale, oltre ai diritti di successione ed eredità. La legge si ispira alla “civil partnership” inglese: chi vorrà sposarsi, dovrà iscriversi in un apposito registro. Quasi una equiparazione al matrimonio, con gli stessi doveri e quasi gli stessi diritti delle coppie eterosessuali.
Se la legge venisse approvata, ci troveremmo di fronte a un enorme passo storico. Le unioni civili saranno comunque possibili solo per gli omosessuali mentre per le coppie eterosessuali ci saranno dei “patti di convivenza”: non avranno tutti i diritti come per le unioni civili perché per loro è possibile il matrimonio.