Ancora un episodio di violenza, ancora una sparatoria in un liceo americano. Questa volta in Oregon dove un ragazzo è stato ucciso da un altro studente che prima di suicidarsi ha ferito anche un professore di ginnastica.
È successo alla Reynolds High School di Troutdale, ad una ventina di chilometri da Portland. Il ragazzo è entrato a scuola dopo le 8 a lezioni cominciate. Gli agenti poi lo hanno trovato senza vita in un bagno.
A commentare l’ennesimo episodio di violenza che ha come scenario la scuola o l’università è stato il presidente Barack Obama che punta il dito contro le lobby delle armi e sul Congresso, che anche dopo la strage dei 20 bambini della scuola elementare Sandy Hook di Newtown, nel dicembre 2012, non è stato in grado di varare leggi più severe sulla vendita e il possesso di armi da fuoco.
“Siamo l’unico Paese civile in cui accadono queste cose”, si sfoga il presidente americano, parlando sul social media Tumblr, sottolineando come quello delle sparatorie nei campus “non è più un caso alla settimana, ma una storia di tutti i giorni”.
“La mia grande frustrazione è che in questa società non c’è la volontà di prendere alcune misure essenziali per tenere le armi da fuoco lontane dalle persone sbagliate”, lamenta Obama, definendo “senza senso” che non si voglia nemmeno approvare la legge per i controlli preventivi su chi vuole acquistare armi, per verificare se abbiano precedenti penali o soffrano di disturbi mentali.
Secondo i dati dell’associazione “Everytown for Gun Safety” si tratta della 74esima sparatoria in una scuola o in un campus universitario da 18 mesi a questa parte, dalla strage di Sandy Hook: praticamente, più di una sparatoria ogni settimana di scuola (1,37). Il pericolo è così diffuso, o quantomeno percepito come diffuso, che diverse ditte propongono ai genitori dispositivi di “difesa passiva”, come gli zainetti blindati.