Dopo i recenti scandali che hanno gettato un’ombra sul sistema degli appalti in Italia da Confindustria arriva un segnale chiaro: ”Non ci interessa sapere se gli imprenditori che corrompono lo fanno perché obbligati o per vero e proprio spirito doloso: essi non possono stare tra noi, questo deve essere chiaro”. Non lasciano spazio a dubbi le parole dell presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, pronunciate all’assemblea di Assolombarda.
“Noi lavoriamo nelle regole e le rispettiamo – aggiunge Squinzi – e chi non lo fa deve stare fuori da casa nostra”, ma “dobbiamo ridurre seriamente i costi di funzionamento della burocrazia, cancellando tutto ciò che sottrae valore ed efficienza e crea una rete capillare di nepotismo e di ruoli inutili”. Secondo Squinzi “è la densità di questa sostanza fatta di leggi, regolamenti, enti, tutti controllati dalla politica, che fa prosperare la corruzione, l’evasione e il malaffare”.
Una responsabilità che in parte grava sulle spalle del premier anche alla luce del voto europeo: “Il Governo ha con sé la legittimazione popolare e il suo premier, Matteo Renzi, riceve un mandato che più chiaro non potrebbe essere dall’elettorato: cambiare!”. Chiede a gran voce il presidente di Confindustria.
E sul tema è intervenuto anche il sottosegretario Graziano Delrio: “C’è un problema di credibilità del paese”, anche per le varie inchieste, quindi “abbiamo bisogno in questo momento non di moltiplicare leggi e regole, ma di fare una vera alleanza per la legalità, per il rispetto di se stessi, per la vigilanza e la prevenzione”.
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