Non è bastato l’arresto, approvato dal voto dell’aula della Camera dei deputati, e le gravi accuse di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa per sospendere l’erogazione dell’indennità da parlamentare a Francantonio Genovese. L’ex deputato messinese del Pd continuerà a percepire 10 mila euro al mese.
Il caso Genovese ricorda molto quello di un altro noto politico isolano: l’ex governatore della Regione Siciliana Totò Cuffaro che, fino a pochi giorni fa, riceveva in carcere il vitalizio da deputato regionale.
Secondo la decisione dei questori dell’Ufficio di presidenza della Camera, infatti, all’ex deputato messinese del Pd che dopo qualche giorno di carcere ha ottenuto dal gip di Messina la custodia cautelare nella sua abitazione, verranno sospesi solo i rimborsi previsti dalla carica parlamentare, ma non la sua indennità di carica.
Quindi per Genovese soltanto una decurtazione irrisoria. La denuncia esce dal palazzo della politica grazie ai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Sono stati infatti Claudia Mannino, Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro a raccontare la vicenda sul web: “Abbiamo assistito – scrive la deputata siciliana Mannino sul suo profilo Facebook – ad una prosopopea dei questori che affermavano che ‘siccome non c’è una normativa specifica, si sono attenuti alla prassi’, ovvero a seguito dell’arresto di Genovese gli verranno sospesi tutti i rimborsi ma continuerà a prendere l’intera indennità di carica (circa 10mila euro al mese lordi) per starsene agli arresti domiciliari”. Una prassi, quindi, applicata evidentemente anche ad altre vicende analoghe.