L’accusa è di “istigazione a delinquere” per aver incitato il sabotaggio della Tav, la linea ad Alta velocità che collegherà Torino a Lione e che attraversa la Val di Susa, focolaio di protesta contro la costruzione dell’infrastruttura. L’imputato è lo scrittore Erri De Luca che ha deciso di non essere presente oggi al palazzo di giustizia di Torino per l’udienza preliminare.
I suoi avvocati spiegano che la decisione di De Luca non è una fuga e che anzi, in caso di condanna, lo scrittore non farà appello. Del resto De Luca ha sempre ribadito le parole che l’hanno fatto finire alla sbarra: “La Tav va sabotata. Le cesoie sono utili perchè servono a tagliare le reti”. E quando era stato raggiunto dall’avviso di garanzia dei pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo si era detto “onorato” perchè quello era un “reato di opinione”.
Alla base della difesa di De Luca c’è l’idea che quest’accusa sia contro le parole di un intellettuale e poeta. La stessa idea in cui credono i tantissimi sostenitori dello scrittore che hanno firmato un appello in suo favore: tra i diecimila ci sono anche molti intellettuali, tra cui la cantante Fiorella Mannoia, il meteorologo Luca Mercalli e il religioso Alex Zanotelli. Davanti il tribunale di Torino questa mattina si è riunito un presidio in favore della “libertà d’espressione”.
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