Il governo di Matteo Renzi torna a usare lo strumento della fiducia per portare a casa l’approvazione della legge di conversione del decreto Irpef. Dopo un lungo iter in Commissione, il testo è approdato oggi in Aula a Palazzo Madama ma è stato rinviato a domani per il voto di fiducia e, nella seduta successiva, il voto finale.
“Domani metteremo la fiducia sul decreto Irpef”, ha annunciato il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti. “La fiducia – ha aggiunto il sottosegretario – sarà posta in Aula dal ministro Maria Elena Boschi”. È la settima volta, in poco meno di 100 giorni dall’insediamento, che l’esecutivo guidato da Matteo Renzi ricorre alla questione di fiducia per ottenere il risultato, facendo infuriare le opposizioni e parte delle fronde interne dello stesso Partito democratico.
Le principali novità previste dal testo esitato dalle Commissioni Bilancio e Finanze riguardano i tagli alla Rai per 150 milioni (ma restano salve le sedi regionali) e lo stop agli affitti d’oro ovvero ai contratti di locazione stipulati alla fine degli anni Novanta dalla Camera per gli edifici che ospitano gli uffici dei deputati. Prevista anche la possibilità di ricorrere alla rateizzazione del debito per chi ha saltato le rate di Equitalia.
Niente allargamento, invece, del bonus fiscale alle famiglie monoreddito con figli. L’accordo raggiunto nella maggioranza, a poche ore dall’arrivo del decreto in Aula al Senato per la conversione in legge, prevede di rinviare l’intervento alla prossima legge di stabilità. Nel decreto Irpef, si apprende in ambienti della maggioranza, sarà specificato che in quella sede si dovrà prestare particolare attenzione ai carichi familiari.
È arrivato intanto l’emendamento dell’Esecutivo che fa slittare il pagamento della Tasi da giugno a ottobre per i comuni che non hanno ancora deliberato l’aliquota. Norma che sarà anche votata dal Cdm come decreto per renderla immediatamente operativa.