Cambiamento, evoluzione, futuro. Sono questi i punti principali sul quale verte il commento post-elettorale di Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio si gode un primato che il Partito democratico non aveva mai raggiunto e che i risultati delle Regionali e delle Amministrative hanno confermato. Il Pd è il primo partito nazionale e il centrosinistra riconquista Piemonte e Abruzzo con maggioranze che permetteranno a i nuovi governatori di seguire la scia del “cambiamento” voluto dall’ex sindaco di Firenze.
E proprio nel capoluogo toscano, dopo anni di amministrazione renziana, è arrivato un ulteriore plebiscito che il premier potrà appuntare come una medaglia al petto. Dario Nardella, il suo delfino, il suo vice, ha vinto con una percentuale schiacciante e oltre 40 punti percentuali di distacco con il concorrente sostenuto dal centrodestra, Marco Stella. Numeri che rendono ancora più forte il governo nazionale.
Adesso Renzi punta forte “verso le riforme che dovranno essere realizzate da qui al 2018”. Vuole governare senza scossoni pur potendosi permettere di andare al voto e vincere anche domani. Le altre forze parlamentari, eccetto il Movimento Cinque Stelle, sono consapevoli della forza dell’avversario e sanno che dovranno scendere a patti se non vogliono rischiare di essere spazzate via.
Alfano si è affrettato a ribadire che il governo Renzi “non è un monocolore Pd”, e ha sottolineato come quella di domenica sia una vittoria del Governo, che Ncd – con la sua scelta di rompere con il Popolo delle Libertà – ha contribuito a rafforzare; Berlusconi avverte che “senza Forza Italia le riforme non si fanno perché mancherebbero i numeri”, ma il peso numerico è diminuito. Renzi continua a tendere una mano ai propri avversari, in primis al Movimento Cinque Stelle: “Spero adesso che si apra una riflessione seria all’interno del Movimento – ha commentato il premier -. Alcune riforme, come la legge elettorale, devono essere scritte insieme, pur rimanendo fermo il nostro invito a sedersi al grande tavolo delle riforme”.
Difficile che questo accada. Grillo attenderà gli effetti di quel Maalox preso “obtorto collo” e ripartirà con il suo obiettivo di cambiamento. Che non sembra collimare con quello di Renzi.
Adesso Renzi si prepara a volare verso Bruxelles con un risultato elettorale che non si vedeva da 50 anni in Italia. Il premier ha organizzato un incontro con il presidente della Repubblica Napolitano per prepararsi al vertice europeo. L’obiettivo è arrivare all’1 luglio, data di inizio del semestre europeo di presidenza italiana, con “responsabilità, umiltà e precisione”. E magari con un consenso ancora più radicato.