L’ingombrante ombra della vittoria del Pd e della sconfitta del Movimento 5 Stelle ha forse oscurato le cocenti delusioni e i paradossi di queste elezioni Europee 2014. Mentre Renzi gongola e Grillo prova a digerire i dati – dopo tutto, non ha raggiunto quel 96% provocatorio che continuava a decantare durante la campagna elettorale – c’è un selva di illustri esclusi vittime anche della soglia di sbarramento e dei partiti stessi.
A iniziare dalla votatissima Giorgia Meloni: oltre 300 mila preferenze, ma nessun seggio a Bruxelles. Complice della beffa alla Meloni forse gli altri componenti poco convincenti di Fratelli d’Italia-An, che ha mancato l’obiettivo di appena 99 mila voti piazzandosi alle spalle dell’Altra Europa per Tsipras. Insomma Giorgia non approda a Bruxelles però può consolarsi: FdI è il partito che ha più margine di crescita dopo il Pd. Peccato che c’è chi non l’ha presa così bene, come Fabrizio Bracconieri, l’ex ragazzo della 3° C e co-conduttore di Forum con Rita Dalla Chiesa: il fumantino candidato romano su Twitter dice alla Meloni: “Non accuso nessuno, non è mia abitudine ma non si può avere Maradona e non farlo giocare, anzi metterlo fuori squadra”. Certo non è chiaro a chi si riferisse…
Ma Bracconieri non è l’unico vip escluso dall’Europarlamento: l’esuberante Iva Zanicchi, già parlamentare a Bruxelles dal 2009, stavolta non è riuscita ad approdare con Forza Italia in Europa. E anche lei, fedelissima di Berlusconi, non l’ha presa affatto bene: “Ho già dato troppo alla politica, mi ritiro”. Clemente Mastella e Alessandro Cecchi Paone però non l’hanno seguito in quest’iniziativa, nonostante siano stati esclusi anche loro dall’Europarlamento.
Anche il Pd a sorpresa ha almeno un illustre escluso: Giovanni Fiandaca, professore all’università di Palermo, giurista e ultimamente sotto i riflettori grazie a un saggio sul processo sul Trattativa Stato-mafia, non è riuscito a conquistare la circoscrizione Isole. E al Sud non sfonda Centro democratico, con Bruno Tabacci che resta a casa.
Certo, forse nessuno può averla presa peggio di Marco Tognioni e Maria Riccelli di Io Cambio, entrambi votati con 6 e 5 voti. E da Io Cambio arriva anche la sconfitta di Davide Vannoni, il creatore del metodo Stamina al centro di un processo per truffa aggravata. E se Vannoni ha convinto appena 800 persone, anche la sua acerrima nemica è rimasta al palo: Beatrice Lorenzin, ministro della Sanità in quota Ncd, non entra in Europa.
Chi invece è riuscito a raccogliere i frutti di una campagna elettorale quasi sontuosa è stato Matteo Salvini: il segretario della Lega Nord non solo trascina il partito sopra il 6% ma è riuscito a convincere oltre 22 mila elettori tra Sud e Isola a votarlo. E dire che a Napoli era stato “costretto” a fuggire perché contestato.