“Il Ppe ha vinto, quindi voglio essere il presidente della prossima Commissione europea”. Jean-Claude Juncker, forte della vittoria dei Popolari europei e dei 212 seggi conquistati, secondo i primi risultati sull’esito del voto per il Parlamento europeo (non ancora definitivi, ma ormai abbastanza precisi), rivendica il ruolo che il partito gli ha assegnato, ovvero quello di guidare l’organo esecutivo dell’Unione dei 28.
Per la prima volta, infatti, quest’anno i partiti in corsa per il Parlamento europeo hanno indicato un loro candidato per la guida della Commissione così da rendere più incisiva l’azione dell’organo esecutivo.
Ma si annuncia battaglia perché il candidato dei socialisti Martin Schulz non intende aspettare le mosse di Juncker e gioca d’anticipo: “Se il partito di Juncker sarà in testa ha il diritto di cercare di formare una maggioranza. Se vuole parlare con noi è benvenuto. Anch’io prenderò l’iniziativa per formare una maggioranza. Basta con questa strategia basata sul calcolo matematico, è ora di iniziare col calcolo della politica”.
Dove si piazzeranno gli anti-euro? Questo non è noto. I grillini non hanno ancora dichiarato l’adesione a un gruppo. E i leghisti, che erano alleati con Nigel Farage, ora stringono l’alleanza con Marine Le Pen.