“Voglio riconciliare l’Europa, ridare fiducia a un continente a pezzi”. Ha riconosciute doti di mediatore Jean Claude Juncker, candidato del Partito polare europeo per la presidenza della Commissione europea, che quest’anno dovrà essere eletta tenendo conto dei risultati delle urne.
Dopo essere riuscito a mettere insieme le diverse anime dei popolari d’Europa, Juncker punta a risolvere le “divisioni tra Nord e Sud, tra paesi vecchi e nuovi. Divisioni che non hanno senso. Voglio costruire ponti e rendere l’Europa più forte”.
A chi lo ha rimproverato di aver avallato le ricette di austerità di alcuni Paesi dominanti dell’area Ue, Juncker ha risposto che ha “lavorato giorno e notte per tenere la Grecia nell’eurozona e per combattere la speculazione”. “Non rappresento l’austerità ma la serietà: non c’è crescita senza risanamento delle finanze pubbliche”.
“Non possiamo continuare a spendere soldi che non abbiamo”: le sue ricette per la crescita passano per un “salario minimo europeo”, il rilancio dell’economia digitale e per “sostituire il debito con le idee”.