Dudù deve essere affidato alla vivisezione. Queste le parole di Grillo che hanno sollevato una difesa corale e accorata, guidata da Francesca Pascale, di parlamentari azzurri e animalisti nei confronti del barboncino di casa Berlusconi. L’obiettivo, il nemico da sconfiggere, è il leader del Movimento 5 stelle.
Era a Pavia Beppe Grillo, stava facendo uno dei suoi comizi, uno come molti altri. Dopo le proposte del Movimento 5 stelle per l’europa, tra una battuta al vetriolo su Renzi e un complimento poco carino al capo dello Stato, Grillo pronuncia quello che non si deve dire. Il comico genovese prende di mira qualcuno che non può essere bersaglio. Perchè va bene dire che il Presidente Napolitano è una mummia, ma guai ad augurare atroci sventure al barboncino di Arcore.
“Questo qui – dice Grillo parlando del Cav – è fuori di testa con ‘sto Dudù. Dudù deve essere affidato alla vivisezione – continua – Io ce l’ho un cagnetto così, ce l’ha mia moglie. Io detesto questi cani, perchè i proprietari di quei cani non amano gli animali, non amano i cani, amano il proprio cane e detestano gli altri”. Una battuta forse non proprio elegante, ma forse non tanto diretta al cagnolino piuttosto quanto al suo avversario. Insomma, questa volta Grillo l’ha fatta grossa.
Talmente grossa da essere costretto a fare ad una precisazione. Nemmeno le battute, quelle sì prive di humor, sulla tristemente celebre scritta dei cancelli di Auschwitz o le offese al Presidente della Repubblica lo avevano convinto a fare un pazzo indietro. Ma Dudù è riuscito dove altri nemmeno osano. “Sono da sempre contro la vivisezione – precisa il leader 5 stelle sul suo account di Twitter – sono molto affezionato al mio cane Delirio e auspico una partito-vivisezione attraverso la democrazia”.
Parole che non ti aspetti da uno come Grillo. “Siete servi, siete delle merde” sono questi gli usuali epiteti che Grillo usa per attaccare i suoi avversari politici (e non) e nessuno si scandalizza mai troppo della violenza verbale usata nei suoi comizi, ma su Dudù proprio non si accettano queste parole di “odio”.
“È una notizia che Grillo sia favorevole alla vivisezione – scrive Francesca Pascale, fidanzata di Berlusconi e proprietaria di Dudù – Non è una notizia che per lui ammazzare non è un reato”. La Pascale fa un chiaro, per molti poco elegante, attacco a Grillo facendo riferimento alla vicenda che lo ha visto coinvolto in un incidente stradale nel 1981 vicino Limone Piemnte dove persero la vita 3 persone. Grillo per quel fatto è stato condannato per omicidio colposo.
Ma non poteva mancare, come avrebbe potuto, l’invettiva dell’animalista numero uno di Forza Italia. La vulcanica Michela Brambilla usa Facebook per lanciare il suo risentimento sul web: “È un messaggio bruttissimo, che non fa ridere. Mi meraviglia molto – aggiunge – fa propaganda alla vivisezione e mostra di non sapere cosa sia l’amore per gli animali”. Insomma: Grillo mostro. “Grillo è peggio di Hitler – commenta pacatamente Michaela Biancofiore – è l’alter ego di Mengele, il medico boia simbolo dell’olocausto nazista”.
Sembrerebbe quindi che in questa campagna elettorale sia concesso quasi tutto. Si possono mischiare capre e cavoli, insultare gli avversari, saltare da un programma tv all’altro nonostante limiti e condanne, si può guidare un partito politico pur essendo stati condannati, si può governare senza essere stati eletti, ma nessuno può toccare Dudù. L’inattaccabile Dudù. Il presidente Napolitano non si deve dispiacere. Sembra che sia più facile alzare la voce per difendere un Dudù che una qualunque delle istituzioni repubblica.