È durato un’ora e mezza l’interrogatorio di Marcello Dell’Utri alla Procura di Beirut, nell’ambito delle procedure per la richiesta di estradizione avanzata dall’Italia. L’ex senatore di Forza Italia, che era arrivato al Palazzo di giustizia proveniente dall’ospedale dove è detenuto, è stato portato via ammanettato su un’ambulanza.
Dopo l’interrogatorio presso la Procura generale di Beirut, l’ex senatore è stato riportato in ospedale, dove rimane in stato di arresto. Lo ha detto all’ANSA il suo avvocato. Ma il procuratore generale “può decidere in qualsiasi momento di trasformare la detenzione in altre misure”, in attesa della decisione finale sull’estradizione. Ha continuato il suo avvocato libanese, Akram Azoury, non escludendo quindi la possibilità di arresti domiciliari, mentre la procura generale lavora al rapporto da presentare al ministero della Giustizia, che poi dovrà prendere la decisione finale.
Ma la polemica resta sul fronte italiano. Il legale di Dell’Utri ha ritenuto “non compatibili con le regole delle relazioni tra due Paesi” le dichiarazioni fatte ieri dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, accusando lo stesso ministro di fare “pressioni sulla giustizia libanese perché conceda l’estradizione”. Orlando aveva auspicato “tempestività da parte delle autorità libanesi” nel concedere l’estradizione. “C’è un atteggiamento sospetto – aveva aggiunto il ministro – rispetto a cui facciamo tutto il possibile e anche di più affinché la sentenza possa avere attuazione”. “Al ministro – ha detto Azoury – io chiedo: avrebbe fatto le stesse dichiarazioni se ci fosse stata una richiesta di estradizione da parte del Libano sulla quale si dovesse esprimere la giustizia italiana?”.
L’avvocato, infine, ha sottolineato che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per il quale l’ex senatore è stato condannato in via definitiva, “non è in conformità con il principio di legalità”. È questa la principale motivazione con cui i legali dell’ex senatore di Forza Italia presenteranno ricorso presso la Corte Europea di Strasburgo. “Questo è quanto so fino a questo momento – ha aggiunto il legale – ma una volta che saranno rese note le motivazioni della sentenza, entro 90 giorni, si vedrà quali altri elementi si potranno contestare”.