La verità: Amedeo Matacena senior, papà del deputato di Forza Italia, latitante-cameriere a Dubai – come ha detto lui stesso intervistato da Sky Tg 24 – se fosse vivo avrebbe il cuore spezzato. Lui, che ideó il lancio delle linee di traghettamento nello Stretto, una volta che a bordo della sua decappottabile, rimase per ore in fila ad attendere che a trasferirlo da una sponda all’altra ci pensassero i Ferry-boat delle Ferrovie dello Stato, avrebbe il cuore spezzato per il coinvolgimento nell’inchiesta dell’adorata moglie Raffaella De Carolis, madre di Amedeo junior, ‘scapestrato’ ragazzo che altre volte gli aveva dato pensieri.
Matacena senior non c’è più da anni ma a dargli pensieri ancora una volta sono gli ‘addentellati’ messinesi della dinasty di famiglia: la nuora Chiara Rizzo arrestata oggi a Nizza è di fatto la titolare delle ricchezze cedute dal figlio per mantenere il decoro di una famiglia ormai disfatta dalla sentenza che ha confermato in Cassazione la condanna di concorso esterno in associazione mafiosa che ha colpito l’ex deputato nazionale di FI che di tornare a scontare il suo debito pare non abbia alcuna intenzione.
Messinese è l’avvocato di lady Matacena, Bonaventura Candido, Bonni per i più, già legale di grido nei periodi della tangentopoli messinese che nei tempi aurei del pm di ferro, Antonio Di Pietro, incastrò molte delle inchieste meneghine a quelle peloritane. Una sottile linea rossa che ha portato i magistrati calabresi a numerose perquisizioni nella città dello Stretto. E dove – pare – alcuni degli addebiti a carico dell’ex ministro Claudio Scajola troverebbero conferma probante. E guai a definire Messina la città babba.