Falsi matrimoni contratti all’estero tra cittadini italiani e con extracomunitari, in prevalenza eritrei, registrati al fine di regolarizzare la posizione degli immigrati, consentendogli di ottenere la cittadinanza. Lo ha scoperto la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Siracusa, che ha al termine di un’indagine coordinata dal procuratore Paolo Giordano e dai sostituti Antonio Nicastro e Delia Boschetto, ha fermato quattro persone: i siracusani Antonio Miraglia, 41 anni, e Michelangelo Lombardo, 35 anni, una donna Frewoini Amelash Segid, 44 anni, e Daniel Haile, 47 anni, entrambi eritrei.
Sono accusati di far parte di una rete con terminali a Siracusa e Roma, nella capitale dell’Etiopia, Addis Abeba e in Israele, a Gerusalemme, e devono rispondere di favoreggiamento dell’ingresso illegale in Italia di cittadini extracomunitari.
Secondo l’accusa Miraglia reclutava gli italiani disposti, dietro compenso, a sposare straniere ad Addis Abeba o a Gerusalemme. Nelle intercettazione telefoniche, l’indagato parlava di macchine per indicare le donne e di camion intendendo gli uomini. Delle false nozze veniva chiesta la trascrizione nei registri dello Stato civile del Comune di Siracusa, in modo da fare poi domanda di ricongiungimento del coniuge che poteva cosi’ acquistare la cittadinanza italiana.