La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a sette anni per l’ex senatore Marcello Dell’Utri, attualmente detenuto in Libano. L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa.
La richiesta del Procuratore generale della Cassazione, rappresentata da Aurelio Galasso, è stata accolta dalla Prima sezione penale. La sentenza, letta dopo 4 ore di Camera di Consiglio, conferma il verdetto emesso il 25 marzo 2013 dalla Corte d’Appello di Palermo.
Il sostituto procuratore generale di Palermo Luigi Patronaggio ha emesso un ordine di carcerazione. Il provvedimento verrà trasmesso al ministero della Giustizia che lo allegherà alla richiesta di estradizione alle autorità libanesi.
“Siamo delusi da questa decisione della Cassazione perché a nostro avviso c’erano tutti gli spazi per un annullamento della condanna: vedremo ora quali iniziative intraprendere. Ricorreremo alla Corte Europea di Strasburgo per verificare se questo procedimento ha camminato nei giusti binari”, ha detto Giuseppe Di Peri, l’avvocato che ha difeso Marcello Dell’Utri in Cassazione insieme a Massimo Krogh.
“Non ci sarà alcuna accelerazione né cambierà nulla nella procedura attivata dalle autorità italiane per chiedere l’estradizione di Marcello Dell’Utri: semplicemente il titolo custodiale sarà tramutato in ordine di carcerazione in seguito alla decisione della Cassazione di questa sera”, ha spiegato l’avvocato al termine dell’udienza della Cassazione, e ha aggiunto che “tutta la procedura sull’estradizione è in mano agli avvocati libanesi che assistono Dell’Utri”.
I familiari di Marcello Dell’Utri – detenuto a Beirut dopo il suo arresto ad aprile – “sono stati appena avvertiti della decisione della Cassazione e lo comunicheranno al senatore”, ha concluso Di Peri poco dopo il verdetto della Suprema Corte.