Il controllo preventivo sulle leggi siciliane operato dal Commissario dello Stato potrebbe essere incostituzionale nella forma in cui viene attuato sin dall’inizio della storia autonomista della Sicilia.
La Corte costituzionale con l’ordinanza 114 /2014 pubblicata oggi solleva “avanti a se stessa” il dubbio di legittimità sul modo di operare dei Commissari dello stato che si sono succeduti dal 1946 ad oggi.
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L’ordinanza trae origine da un ricorso del Commissario dello Stato del 27 novembre dello scorso anno. Si tratta di una delle 33 impugnative pronunciate dal Commissario dello Stato sulla Finanziaria regionale. Il pomo della discordia, in questo caso, è una proroga stabilita per legge.
La Corte, presidente Gaetano Silvestri, redattore Sergio Mattarella (entrambi siciliani) ritiene che la modifica del titolo V della Costituzione abbia creato un vulnus cambiando il sistema di controllo delle regione a Statuto ordinario lasciando invariato il sistema nei confronti della Sicilia e manda sotto giudizio l’inciso che recita: “Ferma restando la particolare forma di controllo delle leggi prevista dallo statuto speciale della Regione siciliana”.
In parole semplice, se la riforma della Costituzione ha introdotto un controllo postumo sulle leggi regionali da parte del Ministero, il permanere del controllo preventivo da parte del commissario dello stato pone la Sicilia in regime di svantaggio e questo sarebbe incostituzionale.
La questione dovrà ora essere affrontata ma rischia di depotenziare, se non di cancellare, la figura del Commissario dello Stato. Se l’ordinanza dovesse portare ad una sentenza il commissario dello Stato non potrà più bloccare le leggi regionali prima della loro pubblicazione ed applicazione ma solo impugnarle dopo ed attendere la decisione della Corte. Nel frattempo le leggi entrerebbero in vigore ed avrebbero effetto.
A fronte di una eventuale simile decisione, però, il governo potrebbe anche decidere, in tempi di spending review, di abolire l’intero ufficio del commissario dello Stato ed accentrare al Ministero degli Affari regionali il controllo sulle leggi siciliane così come avviene su tutte le altre leggi delle regioni.
“Di fatto – commenta l’avvocato Gaetano Armao – la Corte costituzionale ha condiviso le tesi che gli autonomisti hanno sostenuto già dal 2012 sulla incostituzionalità del sistema di controllo preventivo sulle leggi della Regione siciliana. Con questa importante ordinanza, appena depositata, si riconoscono le tesi che abbiamo sostenuto per anni ed ha ritenuto incostituzionale un sistema che comprimeva l’autonomia siciliana, rendendo preventivo un sistema di controllo che per tutte le altre Regioni è successivo (impugnativa del Governo)”.
“Ovviamente Crocetta e compari – conclude Armao – non hanno mai rivendicato nulla, solo qualche elemosina da Roma. Si impugni senza tentennamenti il decreto Renzi sull’Irpef che scarica effetti finanziari sulla Regione imponendo questa farsa della Finanziaria a rate”.