Il nostro Paese resta nella morsa della crisi. Lo testimoniano gli ultimi dati Eurostat relativi alla disoccupazione che a marzo si attesta intorno al 12,7%. In aumento rispetto al 12% di febbraio.
Un dato che si conferma non soltanto rilevante ma anche in controtendenza rispetto all’Eurozona dove il tasso è fermo all’11,8%. Il dato invece scende al 10,5 % sei si prende in considerazione l’Ue a 28 paesi, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Scendendo più nel dettaglio, rileva ancora Eurostat, in valore assoluto i dati sono in miglioramento. Il numero dei disoccupati rispetto a febbraio, è calato di 66 mila nell’Ue, e di 22 mila nell’Eurozona mentre rispetto al 2013, la diminuzione è di 929 mila persone in Ue e di 316 mila in Eurozona. Il dato relega quindi il nostro Paese a fanalino di coda. Eurostat segnala anche che rispetto a un anno fa l’Italia, dopo Cipro e Olanda, è stato il Paese che ha registrato il maggior aumento della disoccupazione.
Prendendo sempre ad esempio il dato europeo migliora la situazione sul fronte della disoccupazione giovanile: il tasso dei senza lavoro con meno di 25 anni, nell’Eurozona, in marzo è stato pari al 23,7% , contro il 24% del marzo 2013. Un primo lieve segnale di inversione di tendenza si è registrato in marzo anche in Italia, con un tasso sempre molto alto del 42,7% ma per la prima volta in calo (in febbraio aveva raggiunto il 42,8%). Il numero dei disoccupati italiani sotto i 25 anni era in marzo a 683 mila, sui 3,426 milioni dell’Eurozona e i 5,340 milioni dell’Ue a 28 paesi. Secondo Eurostat, in Italia il picco della disoccupazione giovanile è stato toccato a gennaio (42,9%) ma il tasso medio – che colloca il nostro Paese al terzo posto nell’Eurozona alle spalle di Spagna (53,9%) e Cipro (43,2%) – è rimasto comunque ben superiore a quello di un anno prima, quando pari al 39,6%.
Non migliora la situazione in Grecia che si conferma maglia nera d’Europa. Il dato della disoccupazione nel Paese è del 26,7%, dato di gennaio. Segue la Spagna (25,3%), mentre fra gli altri principali paesi europei la Francia registra un tasso del 10,4%, il Regno Unito del 6,8% e la Germania del 5,1%.