La leadership, in campo come nella vita, non è qualcosa che si impara. Ce l’hai innata. E soprattutto non si urla. Non ha bisogno di troppe parole e proclami roboanti. Bastano i fatti.
Questa è la filosofia che contraddistingue Edgar Barreto, il capitano silenzioso del Palermo di Giuseppe Iachini. L’uomo che ha saputo cementare uno spogliatoio distrutto psicologicamente dalla retrocessione in serie B e che ha resistito alle sirene provenienti da altre squadre per riguadagnare ciò che gli era stato tolto sul campo.
L’esperienza del paraguayano è stata fondamentale nella cavalcata rosanero verso la serie A. La sua sapienza tattica ha fatto il resto. Iachini con lui in campo sa di avere un suo alter ego in campo.
E in fondo non è poi così diverso il modo di stare in campo dei due. Anche Iachini quando calzava le scarpe bullonate era il classico centrocampista di lotta e di governo. Barreto guida la squadra come un primo violino all’interno di un’orchestra. Segue le indicazioni del direttore Iachini e intona l’orchestra formata da altri dieci compagni per farla suonare armoniosamente nei teatri del campionato cadetto.
Il gol in casa del Latina, direttamente dalla bandierina del corner, è l’ultima tessera di un mosaico che racconta l’universalità di un giocatore capace di fare le fortune di ogni allenatore.
È vero, la complicità di Iacobucci è evidente. Ma il capitano rosanero non è nuovo alle segnature con tiri da lontano o conclusioni sorprendenti.
I tifosi lo hanno adottato, dopo un periodo di iniziale diffidenza coinciso con gli scarsi risultati delle ultime due stagioni, e ne hanno fatto un idolo. Il simbolo del riscatto. Con il ritorno nella massima serie Barreto potrebbe anche tagliare il traguardo delle 100 partite in rosanero.
L’anno prossimo sarà uno dei punti fermi dal quale ripartire per ritrovare un nuovo consolidamento in serie A. Giunto alla soglia dei 30 anni, Barreto è nella piena maturità agonistica e ha tutte le carte in regola per diventare uno dei grandi capitani della storia del Palermo, al fianco di nomi come Enzo Benedetti, Sandro Vanello, Roberto Biffi ed Eugenio Corini.
Il primo tassello di questa piccola grande storia è pronto per essere posato. Basta attendere altri sei giorni.