“La Resistenza, l’impegno per riconquistare all’Italia libertà e indipendenza fu un grande moto civile ed ideale, ma soprattutto fu un popolo in armi, una mobilitazione coraggiosa di cittadini giovani e giovanissimi che si ribellavano allo straniero”, ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E ha sottolineato poi: “I valori della Resistenza sono incancellabili”.
Una data che per molti italiani ha un significato ancora vivido e profondo. Un giorno dedicato alla memoria dei caduti, partigiani che hanno sacrificato la propria vita per liberare il nostro Paese, perchè non fosse più teatro degli orrori conosciuti dall’umanità nel corso della Seconda guerra mondiale.
Napolitano si è recato come di consueto al Vittoriano a Roma per la cerimonia del 25 Aprile, dove ha deposto una corona di alloro all’Altare della Patria. A ricevere il capo dello Stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Con quest’ultimo Napolitano ha avuto un breve colloquio a margine delle celebrazioni. Presenti anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti.
Il premier questa mattina ha raggiunto a piedi da Palazzo Chigi il Vittoriano, tra gli applausi della gente. Renzi in un tweet ha ringraziato “i ribelli di allora“.
Diverse le tematiche toccate dal Capo dello Stato. “Fanno onore all’Italia i nostri due Marò trattenuti ingiustamente e da troppo tempo lontani dalla patria”. Netto il presidente della Repubblica in merito alla vicenda dei due militari in carcere in India.
Poi sull”Europa l’invito è a “unire le forze nel campo della difesa e della sicurezza, dinnanzi ai molteplici focolai di tensione e di conflitto che si sono venuti accendendo non lontano dai confini dell’Unione”. “L’Italia e l’Europa – ha aggiunto – sono chiamate a concorrere al superamento di qualsiasi contrapposizione ricorrendo a tutte le risorse della diplomazia, attraverso negoziati da condurre con realismo e moderazione. Ma certo non possiamo sottovalutare la necessita’ di essere in grado di dare un concreto apporto, dove sia necessario – come gia’ lo e’ stato in diversi teatri di crisi – sul piano militare”.