Il tribunale di Firenze ha fissato per il 13 maggio, in aula bunker, l’udienza preliminare per il capo di Cosa Nostra Totò Riina, accusato di essere il ”mandante, determinatore e istigatore della strage” del rapido 904, che il 23 dicembre 1984 provocò 16 morti. Il boss potrà partecipare alle udienze – ne è già stata fissata una seconda per il 17 giugno – in collegamento video.
Il treno Rapido 904, partito da Napoli Centrale e diretto a Milano, esplose alle 19.08 in una galleria fra Firenze e Bologna. Per la ‘strage di Natale’ sono già stati condannati l’ex capo del mandamento palermitano di Porta Nuova Pippo Calò, i suoi aiutanti Guido Cercola e Franco Di Agostino e l’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn. Le sentenze arrivarono sulla base dell’inchiesta della procura di Firenze, da cui emerse un intreccio fra mafia, camorra e destra eversiva.
Il nome di Riina – difeso dall’avvocato Luca Cianferoni – è entrato nell’inchiesta nel 2010, quando, sulla base di nuove testimonianze di pentiti di camorra e Cosa nostra, i pm della Dda di Napoli riaprirono le indagini, poi trasferite per competenza a Firenze. Secondo la ricostruzione dei pm campani la ‘strage di Natale’ fu la prima risposta ai mandati di cattura relativi al maxiprocesso ed è collegata agli attentati degli anni Novanta: dalle consulenze tecniche è emerso che il materiale usato per il Rapido 904 – esplosivo e congegni elettronici – è lo stesso utilizzato ”poi, in parte, anche nelle successive stragi degli anni ’90”, come quella di via D’Amelio.