La Pasqua, oltre ad essere una ricorrenza molto importante per i cattolici, è il momento dell’anno in cui la tradizione di ogni comunità è protagonista con i suoi riti tutti da scoprire. Centinaia di visitatori affollano chiese e corsi principali per assistere a intensi momenti di convivialità, in cui la rappresentazione dell’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto è l’evento culminante. Tra “Paci”, “Calata r’a tila”, “Schietti” e “Ballu di li diavoli”, ecco alcune manifestazioni tradizionali nella celebrazione della Pasqua sul territorio regionale.
PALERMO
Nel capoluogo, nella chiesa di San Domenico, alla mezzanotte durante la veglia pasquale avviene la “Calata r’a tila”. Il pesante velo che copre l’altare maggiore e ha nascosto l’immagine del Cristo risorto durante le ore della Passione e della morte, viene lasciato cadere tra solenni canti di gloria.
A Terrasini la domenica di Pasqua si tiene la “Festa di li Schietti”, che ogni anno attira cittadini e turisti pronti ad assistere a una prova di forza e destrezza da parte degli scapoli (gli ‘schietti’) in costume, che sollevano un albero di arancio facendolo roteare il più possibile con una mano. I vincitori vengono premiati nel pomeriggio, in piazza Duomo, da una commissione di giudici.
‘Presenze maligne’ invadono le celebrazioni della Pasqua di Prizzi. Tute rosse, maschere di cartone sul viso, grosse lingue di stoffa, catene e pelle di capra sulle spalle. Nel ballo dei “diavoli”, gli esseri infernali importunano i cittadini insieme alla “morte” vestita di giallo e con la balestra in mano. “Lu ballu di li diavoli” anticipa l’incontro tra le statue del Cristo risorto e della Madonna, portate a spalla e accompagnate da due angeli che sconfiggeranno i demoni a colpi di lancia.
Un corteo di donne in costume raggiunge la Cattedrale tra canti, colombe bianche, ciuffi di rosmarino e le tradizionali uova dipinte di rosso. E’ la Pasqua bizantina (“Pashkët”) a Piana degli Albanesi, che ha inizio all’alba con colpi di cannone e campane a festa.
TRAPANI
La Festa dell’Aurora è un evento per tutta la provincia di Trapani. Di origini antiche, si svolge a Castelvestrano ed è incentrata sulle figure del Cristo risorto, della Madonna e dell’Angelo nunziante. Quest’ultimo fa da spola per comunicare a Maria, coperta da un lungo manto nero, la resurrezione del Figlio, che indossa una veste bianca e porta in mano una bandiera rossa. Al momento dell’incontro, la Madonna allarga le braccia per abbracciare suo Figlio e il manto nero le cade scoprendo un manto festivo.
AGRIGENTO
A San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, dalla seconda metà del Seicento, vige la tradizione degli “Archi di Pasqua”, ai quali è anche dedicato un museo. Canne, salice, alloro, cereali e pane sono tra gli ingredienti per la loro realizzazione, un lungo lavoro che ha inizio mesi prima e termina con l’incontro sotto di essi la domenica mattina tra Gesù e la Madonna. Il corso del paese viene allestito la sera prima dalle due confraternite, i “Madunnara” e i “Signurara”, che gareggiano nella realizzazione degli addobbi migliori.
CALTANISSETTA
In provincia di Caltanissetta, nel comune di San Cataldo, la domenica di Pasqua è attesa la sfilata dei “Sampauluna”, grandi statue di cartapesta che impersonano gli apostoli e precedono l’atteso incontro tra Gesù e le pie donne.
ENNA
Ad Enna, l’incontro tra il Cristo e la Madonna nella piazza nei pressi del Duomo è detto “A Paci”. Il suono delle campane e il fervore della folla accompagnano l’ingresso delle due statue all’interno della chiesa.
In provincia, anche ad Aidone vanno in scena i dodici apostoli, i cosiddetti “Santun”. Cercano Cristo risorto in giro per la città e lo conducono dalla Madonna. Anche San Pietro prende parte alla scena, percorrendo per tre volte il tragitto da Maria a Gesù. In sottofondo, le confraternite dei Santoni eseguono i lamenti in lingua siciliana.
CATANIA
Nella città etnea il giorno di Pasqua è celebrato con processioni che segnano la ricongiunzione tra Maria e il Cristo Risorto. A Caltagirone è definita “A giunta” e si celebra in via San Pietro, nel centro storico. Il santo, raffigurato con una statua di ben tre metri, va incontro a Gesù e dà l’annuncio alla Madonna, le altre due figure della processione.
A Vizzini, invece, si chiama “Cugnunta” e il terzo personaggio è San Giovanni Evangelista che, nella piazza principale, dà il lieto annuncio a una Maria incredula per due volte prima del ricongiungimento.
MESSINA
A Messina un tempo v’erano gli “Spampinati”. Dell’antica festa è rimasto un trionfo di colori che, dalle vesti a festa delle donne di un tempo, oggi caratterizza le statue e i carri di Maria e Gesù Risorto. L’apice della processione è la “giunta”, l’incontro tra le due figure sacre dopo la “cerca” della Madonna.
SIRACUSA
La sera della vigilia di Pasqua a Ferla, in provincia di Siracusa, a fedeli e visitatori è concesso lo scampanellio a San Sebastiano. Il campanile della chiesa è infatti accessibile per tutta la notte. L’indomani, durante la processione, avviene “U Scontru” tra Cristo Risorto e la Madonna.
RAGUSA
Il giorno di Pasqua, nel paese di Scicli, la celebrazione del Cristo Risorto prende il nome di “Festa dell’Uomo Vivo”. Tra urla di “Gioia!”, la statua lignea del settecento raffigurante il Cristo e custodita nella chiesa di Santa Maria La Nova è portata in processione per la città fino a tardi. Il Cristo ondeggia e balla sollevato da un gruppo di giovani, una processione raccontata e ammirata anche fuori Sicilia.
Altro appuntamento immancabile nella provincia ragusana è la “Festa della Madonna Vasa-Vasa” di Modica. Centinaia di fedeli affollano il corso principale in attesa del “bacio di mezzogiorno”. Fino ad allora, la Madonna e Gesù si cercano portati a spalla dai fedeli. Giunti l’uno di fronte all’altra, Maria allarga e stringe le braccia facendo cadere il manto nero e scoprendo il velo celeste.
Nel comune di Comiso, la cerimonia inizia la sera della vigilia con la “sciugghiuta ‘a loria”. Botti e scampanii annunciano la resurrezione di Cristo dando il via alla “notturna” con la banda musicale. La domenica si apre invece con l’”Asciuta” delle due statue dalla chiese che durante il tragitto si allontanano e si incontrano più volte. Le “paci”, così definite, si ripetono a ogni chiesa fino al gioco di fuoco notturno.
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