“Mi verrebbe da sorridere a vedermi recapitare un avviso di garanzia per presunto danno erariale. Mi verrebbe da sorridere perché me lo aspettavo, non solo perché l’avviso di indagine era stato già preannunciato a mezzo stampa già da qualche settimana e quindi ben prima che venisse inviato, ma anche perché non è la prima volta che, pur di non dirmi grazie, le regole del senso comune vengono rovesciate”. Antonio Ingroia, amministratore unico di Sicilia E-Servizi commenta così la notizia di un avviso di garanzia da parte della Corte dei Conti per danno erariale.
“In questo caso – spiega – potrei dire che non avevo scelta perché dovevo adempiere ad un obbligo a riassumere quei lavoratori licenziati, discendente dalla delibera della giunta Crocetta, ed invece dico che qualcuno dovrebbe premiarci e dire grazie per aver evitato un danno erariale alla Regione ed un rischio altissimo per la salute ed il bene comune dei siciliani. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. Perché è un fatto – osserva Ingroia – che se non avessimo adottato la procedura che oggi ci viene contestata il blackout informatico della Regione sarebbe stato inevitabile, con conseguente rischio per servizi pubblici essenziali per la salute come 118 e servizi ospedalieri”.
“È vero semmai – prosegue Ingroia – che quello che abbiamo fatto ha consentito ed ancor più consentirà di risparmiare denaro pubblico dopo anni di allegra gestione, su cui, stranamente, finora nessuno ha osato indagare e ho iniziato io ad indagare da quando sono alla guida di Sicilia e-Servizi, come dimostrano le denunce che ho fatto in questi giorni alla stessa Procura della Corte dei Conti ed anche alla Procura della Repubblica di Palermo, alla quale ultima proprio oggi ho inviato un supplemento di segnalazione ed integrazione di documentazione”.
“Ed allora – aggiunge – chi ha sperperato il denaro pubblico e chi lo ha fatto risparmiare? E chi oggi vorrebbe farne sperperare ancora e chi, invece, sta avviando un piano di risanamento per farlo risparmiare ancor di più? Io so di avere la coscienza a posto. E gli altri? Ecco perché dico che, anche se mi viene da sorridere, non c’è niente da ridere e la cosa mi pare inquietante, anzi molto grave”. “Da anni – conclude l’ex Pm – mafiosi e amici dei mafiosi provano a mettermi sul banco degli accusati, ma l’evidenza dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Speriamo di non dover dare ragione a Leonardo Sciascia sull’irredimibilita’ della Sicilia”.