La Camera dei deputati ha approvato il Documento di Economia e Finanza (Def). Anche l’Aula di Montecitorio, dopo il Senato, con 348 sì e 143 no ha approvato il testo di misure economiche. Con 373 sì e 114 no, i deputati hanno dato disco verde alla risoluzione di maggioranza che autorizza il governo a far slittare il pareggio di bilancio dal 2015 al 2016 e a “dare puntuale attuazione alle misure indicate” nella relazione.
“Il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione verrà effettuato dal governo in base alla legislazione riferita a eventi eccezionali – aveva detto Padoan a Palazzo Madama – che prevede una specifica autorizzazione del parlamento votata a maggioranza assoluta”, per via della sua capacità di contrastare effetti avversi a eventi emersi sullo scenario economico”. Inoltre Padoan ha richiamato la normativa europea che prevede la possibilità di una maggiore flessibilità nella convergenza di medio periodo “in presenza di importanti riforme strutturali” e a condizione “che sia mantenuto un margine di sicurezza nel rapporto deficit-Pil”.
Finora l’esecutivo comunitario ha evitato di forzare i toni, limitandosi a dire che l’Italia deve azzerare il disavanzo strutturale, senza specificare entro quando.
Agitato, invece, il dibattito politico in Italia condizionato ormai dal clima elettorale per le Europee di maggio. Le opposizioni, Forza italia in particolare, hanno criticato il governo perché non ha informato tempestivamente il Parlamento dello scambio di missive con l’Europa e la presidenza della Camera per non avere richiesto subito la lettera, accuse tutte respinte.
Durissimo l’attacco di Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera dei deputati: “Signora presidente – ha detto rivolgendosi a Laura Boldrini – intanto mi lasci stigmatizzare l’assenza del ministro Padoan in quest’aula durante il dibattito e durante queste dichiarazioni di voto. Penso non sia segno di rispetto per il Parlamento venire qui, fare una scarna relazione e poi andarsene”.
“Comportamento del resto tenuto anche al Senato, su un documento così importante, così decisivo per la vita del nostro Paese, dei nostri rapporti con l’Europa, avere questo atteggiamento di disprezzo per quest’aula – ha aggiunto Brunetta – Quindi, chiedo a lei, signora presidente, se lo ritiene, di farsi interprete di questa amarezza rispetto alla correttezza dei rapporti istituzionali per la mancanza del ministro Padoan qui oggi. Al Senato sara’ poi il presidente del Senato a decidere cosa dire”, ha concluso il capogruppo azzurro.