Lo smaltimento della Costa Concordia in Turchia è al momento la soluzione più conveniente tra le offerte pervenute. È quanto affermato dal capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, durante un’audizione sul tema in commissione Ambiente della Camera. Facendo un confronto con i porti italiani che si sono candidati allo smaltimento, Gabrielli ha riferito che “Palermo si è reso non più disponibile, e quindi ne rimangono tre: Civitavecchia è una soluzione assolutamente fuori mercato perchè il costo complessivo sarebbe di 200 milioni di dollari contro i 40 milioni di dollari per la Turchia, e il doppio di Piombino e Genova; nel mezzo quindi ci sono queste due ultime soluzioni, tra le quali non c’è molta differenza in termini di costi”.
“Il porto di Piombino non ha il bacino” sufficiente per accogliere le operazioni di smaltimento della Concordia, “e per quello che io so l’armatore considera questa soluzione problematica, perché meno supportata sul fronte delle tempistiche di smantellamento e sotto il profilo della sicurezza delle operazioni”. È quanto affermato dal capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, durante un’audizione sul tema in commissione Ambiente della Camera. Facendo un confronto con l’altro porto italiano dove potrebbe essere trainata la nave, Gabrielli ha tuttavia ricordato che “dall’Isola del Giglio si raggiunge Piombino in una giornata di navigazione, mentre si arriva a Genova in 5 giorni”. In quest’ultima ipotesi, dunque, “l’unica vera criticità che dovrà essere valutata è il rischio del traino da moltiplicare per cinque”, considerando che “la nave andrebbe a Voltri per un primo smantellamento – ha concluso il prefetto – e poi a Genova per il definitivo”.
Poi arriva la precisazione: “Noi auspichiamo che sia un porto italiano” a ospitare lo smaltimento della Concordia, ma “da 25 anni non facciamo smantellamento di navi e quelle militari le portiamo in Turchia, quindi non capisco perché ora ce ne scandalizziamo”. Ha detto il capo della Protezione Civile. “Al momento le opzioni sono due: una soluzione italiana e una turca, con la prima che prevede una rimozione col traino e la seconda con l’ausilio della Vanguard (ndr): dall’armatore ci aspettiamo non soltanto l’indicazione di una soluzione ma una corposa documentazione che illustri rischi e problematiche legate alle due soluzioni”, ha spiegato Gabrielli, ricordando che “sono state mandate comunicazioni a una trentina di porti nel mondo per avere manifestazioni di interesse. In 13 hanno risposto positivamente, di cui 4 italiani e gli altri tra Turchia, Norvegia, Gran Bretagna e Cina”.
Il prefetto ha anche rivelato che “attualmente il paese meglio attrezzato in Europa è la Norvegia, dove si parla di prezzi che sono al di sotto di quelli turchi, ma risulta troppo distante”, mentre lo smaltimento nei porti italiani è più costoso “perché l’approccio dei progetti italiani non è di smantellamento ma di costruzione, e prevedono l’allestimento dei cantieri come se dovessero costruire e non smantellare”.