Si chiamano incapienti. Sono coloro i quali guadagnano meno di ottomila euro l’anno e non pagano le tasse. Per loro il governo di Matteo Renzi non aveva previsto alcun bonus in busta paga, poiché la filosofia del provvedimento era quello di restituire qualcosa a chi paga i contributi e a chi ha le buste paga più pesantemente tassate. Ma il Consiglio dei ministri, prima dell’approvazione del Def in Parlamento, ha cambiato rotta: anche gli incapienti avranno un bonus, ma soltanto di 40 euro.
A Palazzo Chigi, intanto, si lavora a un’altra misura che darà nuova linfa ai lavoratori: un decreto legge sugli sgravi Irpef. Le risorse per le coperture verranno dal taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici. Per loro il Consiglio dei Ministri sta prevedendo quattro tetti: 239 mila euro lordi l’anno, la stessa cifra del capo dello Stato, per i dirigenti apicali, i più alti in grado. E poi 190 mila per i capi dipartimento, 120 mila per i dirigenti di prima fascia e 80 mila per quelli di seconda.
“Nonostante i segnali di ripresa anche nel 2014, il gap tra crescita osservata e crescita potenziale resterà molto negativo” e “la ripresa economica è ancora fragile”, ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan intervenendo al Senato nella discussione sul Def.