Il presidente dell’Istat, Antonio Golini, nel corso di un’audizione sul Def alla Camera ha spiegato che: “Lo sconto sull’Irpef deciso dal governo porterà 714 euro in più all’anno nel bilancio delle famiglie più povere”.
Il beneficio relativo alla revisione Irpef scende fino ad uno sconto di 451 euro per le famiglie più abbienti. In questo modo si passa dal 3,4 per cento del reddito allo 0,7 dello stesso. In questo modo secondo Istat le misure contenute nel documento economico finanziario creeranno un effetto positivo sul Prodotto interno lordo del 0,2 per cento, mentre incideranno sul fisco per 11,3 miliardi all’anno, Nel confronto netto tra gli interventi a copertura delle maggiori spese e le minori entrate previste nel Def l’effetto sulla crescita potrebbe essere ridotto fino allo 0,1 per cento.
Ma sono i dati sul lavoro a fare crescere le preoccupazioni. Infatti Golini durante la presentazione alla Camera ha parlato di un milione di occupati in meno negli ultimi cinque anni con una concentrazione maggiore nel Mezzogiorno. “Dal 2008 al 2013 la perdita è stata di quasi un milione di occupati -spiega – 984 mila, pari al 4,2 per cento,e le differenze territoriali sul mercato del lavoro si sono ulteriormente accentuate: rispetto al 2008 nel Mezzogiorno gli occupati calano del 9%, contro il 2,4% del Nord”. Sull’anno appena trascorso il presidente di Istat chiarisce: “Nel 2013 il numero di occupati si è ridotto di 478 mila unità, -2,1% rispetto all’anno precedente, ben -4,6% nel Mezzogiorno, pari a -282 mila unità, scendendo a 22 milioni e 420 mila, un calo superiore anche a quello del 2009, quando si persero 380 mila posti di lavoro “.
I dati sui livelli di discesa dell’occupazione però tendono a frenare. “Dall’analisi dei dati trimestrali destagionalizzati emerge un rallentamento – continua Golini – del ritmo di discesa dell’occupazione durante il 2013: da -0,7 per cento e -0,6 per cento del primo e secondo trimestre 2013, a -0,3 per cento nel terzo e quarto. In particolare, negli ultimi due trimestri dell’anno si registrano segnali positivi nell’industria in senso stretto, +0,1 per cento nel terzo trimestre e stabile nel quarto, e nelle costruzioni ,rispettivamente, +0,1% e +0,3%”.
Il taglio del 10 per cento dell’Irap previsto dal Governo secondo l’Istat porterà benefici a 620 mila imprese, ossia il 72,2 per cento delle società considerate. “L’elevata presenza di imprese con base imponibile negativa – spiega ancora Golini – o nulla a fini Irap restringe la platea degli interessati al provvedimento”.